Il trionfo di The Witcher 3 – Born: «Grande soddisfazione, ora pensiamo a Dark Souls»
The Witcher 3: Wild Hunt riesce a convincere sia la critica che il pubblico: il titolo di CD Projekt RED, distribuito da Bandai Namco Entertainment, vince i due premi più importanti al Drago d'Oro, oltre anche al titolo di miglior gioco di ruolo del 2015, e conferma la propria qualità e la propria capacità di eccellere sul mercato videoludico. Per poter conoscere le sensazioni scaturite da questa vittoria abbiamo intervistato Christian Born, country manager Italia di Bandai Namco Entertainment.
«Scoprire che, per la prima volta, un titolo si è rivelato essere il più apprezzato sia dalla critica che dal pubblico, è stata una grandissima soddisfazione. Le tre parole che con cui definirei le nostre sensazioni durante e dopo la premiazione sono quindi proprio soddisfazione, orgoglio ed entusiasmo. Aggiungerei anche il senso di responsabilità nel rappresentare il meglio che l'industria videoludica ha prodotto nel corso del 2015. Per noi rappresenta un punto di arrivo, nel senso che abbiamo sempre lavorato con l'obiettivo di fornire al pubblico le esperienze e i prodotti più coinvolgenti ed emozionanti, non è un caso che il payoff della nostra azienda è “Dreams, fun and insipiration”. Ma soprattutto è un punto di partenza perché il difficile viene adesso: è il momento in cui si sente la necessità di alzare ancora l'asticella, per quanto riguarda la qualità dei prodotti e dell'intrattenimento che vogliamo offrire ai consumatori.
Sebbene The Witcher 3 sia riuscito a vincere tre importantissimi premi, il titolo di CD Prokect RED ha mancato l'appuntamento con quello alla sceneggiatura, che tutti si aspettavano, cedendo il passo a Life is Strange, ma Born non recrimina per il premio non vinto:
«La qualità dei titoli in gara quest'anno era altissima ed è stato per noi doppiamente motivo d'orgoglio l'essere comunque tra i nominati nella categoria “migliore sceneggiatura” anche senza averne vinto il premio».
Ciò nonostante, è il secondo anno di fila che Bandai Namco Entertainment vince nella categoria “miglior gioco di ruolo”, l'anno scorso con Dark Souls II e quest'anno con The Witcher 3. Ora l'imminente arrivo di Dark Souls III potrebbe portare l'azienda a una storica tripletta:
«Questo è uno dei primi pensieri che abbiamo avuto e stiamo lavorando duramente per rendere Dark Souls III un successo al pari del predecessore e di The Witcher 3. La qualità del titolo di From Software è assoluta e, nonostante altri titoli già usciti e in uscita quest'anno abbiano le carte in regola per ambire al premio, crediamo che Dark Souls III sia già uno dei candidati più accreditati per il prossimo Drago d'Oro. Questo conferma quanto Bandai Namco Entertainment non sia un'azienda esclusivamente focalizzata solo sul mondo manga ma anche negli RPG, uno dei generi più apprezzati dai videogiocatori negli ultimi anni sia su console che su PC. E poi come si dice… Non c'è due senza tre!»
Con The Witcher chiaramente non parliamo solo di videogiochi, ma di un universo narrativo immenso e complesso: molti si sono avvicinati ai romanzi di Andrzej Sapkowski, anche rischiando qualche spoiler giocando il terzo capitolo, e questa è sicuramente la dimostrazione della crescita del medium videoludico che può, grazie alla sua transmedialità, spingere il consumatore verso altre forme di intrattenimento:
«Assolutamente sì. Anche se ovviamente non è il primo caso del genere, è sicuramente quello di The Witcher è un caso di successo in cui la transmedialità è stata sempre enfatizzata e per certi versi è uno dei fattori chiave del suo successo. Questa è comunque una strada che oggi tante licenze, nate o meno nel mondo videoludico, stanno percorrendo. Oggi sono sempre più rare le IP che trovano spazio su un unico medium e sempre di più quelle che offrono al pubblico le più ampie possibilità di scelta in termini di intrattenimento, con serie tv, fumetti, film, romanzi e altro che permettono al consumatore di scegliere tra diverse medium quelli che più gli interessano. La possibilità di fruire, e di vivere in prima persona nel caso del medium videoludico, i contenuti degli stessi universi narrativi è una strada che viene seguita con sempre più successo e che per i videogiochi rappresenta lo sdoganamento definitivo e la parificazione alle altre forme di intrattenimento considerate più convenzionali».
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