Ludomedia è il social network per chi ama i videogiochi. Iscriviti per scoprire un nuovo modo di vivere la tua passione.

Aspettando No Man's Sky: verso l'infinito e oltre

A pochi giorni dal rilascio dei uno dei giochi più attesi di quest'anno, ripercorriamo insieme tutte le tappe che hanno contraddistinto lo sviluppo di No Man's Sky. Sci-Fi Adnveture in soggettiva realizzato da Hello Games, la genesi dello sviluppo di No Man's Sky inizia nella mente di Sean Murray, cofondatore di del piccolo studio inglese, proveniente da Criterion Games dove era impegnato sullo sviluppo della serie Burn Out. Grazie al successo di Joe Danger e Joe Danger 2, Murray poté dedicarsi due giorni a settimana per un intero anno allo sviluppo del motore di base di No Man's Sky, in gran segreto, per poi coinvolgere, ad engine ultimato, quattro persone in Hello Games che lo sopportassero appieno per il secondo stadio di sviluppo del titolo. Chiusi in una stanza il cui accesso era consentito solo ai diretti interessati, l'audace quintetto proseguì a tempo pieno nella programmazione del gioco adottando l'idea di base di una generazione procedurale dell'intero environment, ivi compresi sistemi stellari, pianeti e forme di vita, grazie all'impiego di complesse equazioni matematiche capaci di determinare uno sviluppo coerente dell'universo (in senso stretto) di gioco. Lo sviluppo proseguì comunque segretamente al punto che il resto dello studio non era minimamente a conoscenza della tipologia del progetto e della sua entità e questo creò non poche tensioni in seno ad Hello Games. Tali tensioni, però, si risolsero naturalmente quando Murray mostrò un teaser del gioco realizzato per una presentazione ufficiale agli Spike Video Game Awards (o VGX) del 2013. Da li in poi, i ragazzi di Hello Games furono coinvolti al gran completo nella prosecuzione dello sviluppo del gioco. La realizzazione del teaser per il VGX rappresentò la miglior occasione possibile per Murray per contattare, in prossimità degli stessi, diversi publisher e mostrare loro cosa bollisse in pentola. Fu in quel momento che Sony manifestò un forte interesse per il gioco volendolo in esclusiva su PS4 per il mercato console. Murray comunque non chiese alcun finanziamento a Sony e l'accordo fu stabilito sulla scorta del supporto marketing per la sua distribuzione nonché una vetrina per l'E3 del 2014 nel corso della conferenza Sony. Ciò garantì a Murray di mantenere il pieno controllo sulla sua creatura e, al contempo, di ottenere tutta la visibilità possibile concentrandosi esclusivamente sullo sviluppo, avendo demandato a Sony tutta la gestione commerciale legata al titolo.



Il sistema di generazione procedurale di un'intera galassia riguarda, come già detto, ogni minimo aspetto del gioco, dai sistemi stellari e planetari fino alla flora e alla fauna di ogni pianeta, passando per il sistema meteorologico. Lo strabiliante risultato finale è un numero di pianeti pari a 2 elevato a 64 pianeti, un numero che supera di gran lunga il numero di pianeti, protopianeti e planetoidi contenuti nella nostra galassia, stimato in circa 100 miliardi. Per definire ogni possibile aspetto della biologia delle forme di vita (da quelle animali a quelle vegetali), il gioco integra anche l'equazione Superformula, pubblicata nel 2003 dal Biologo Johan Gielis sul numero 90 dell'American Journal of Botany, un complesso algoritmo che permette di determinare la forma bidimensionale (da estrudere poi nel nostro universo tridimensionale) della maggior parte delle forme di vita riscontrabili in natura. L'impiego di un sistema procedurale ha permesso al team di sviluppo di risparmiare spazio di archiviazione dati in quanto la generazione istantanea di quanto necessario all'universo di gioco ha sgravato il team di sviluppo dall'improbo compito di modellare manualmente ogni pianeta e possibile forma di vita e, di rimando, a doverli salvare su un supporto dati.



In No Man's Sky ci si ritroverà nella tuta spaziale di un cosmonauta intento a giungere al centro della galassia dal quale provengono strani bagliori e segnali. Il gioco affonda le sue radici nella curiosità umana e nella necessità di esplorazione dell'ignoto (per ulteriori dettagli, ecco la nostra anteprima). Nel corso del viaggio si verrà in contatto con numerose civiltà aliene, alcune ostili, altre neutrali, ma per riuscire a comunicare con esse sarà necessario scoprire dei monoliti sparsi per la galassia che, al pari di una futuristica stele di rosetta, ci permetteranno di comprendere i vari idiomi delle varie civiltà sparse per la galassia in modo da poter intrecciare con loro delle relazioni di vario genere che ci permetteranno di acquisire alcune delle risorse necessarie a proseguire nel nostro viaggio. In un recente set di Trailer, sono stati presentati quelli che saranno i quattro cardini del prodotto: Esplora, Combatti, Commercia, Sopravvivi. Il giocatore avrà inizialmente a disposizione una propria nave spaziale che potrà evolvere con un sistema di Crafting (nel merito del quale ci pronunceremo in sede dell'imminente recensione) che ci permetterà di assecondare le nostre inclinazioni in termini di gameplay.



Ciò che stupisce di No Man's Sky è il concept di base
Potremo quindi dedicarci all'esplorazione pura, dotando la nostra nave di un set di ritrovati tecnologici utili al caso (come degli scanner a più ampio raggio), così come al combattimento (non mancheranno innumerevoli battaglie spaziali che richiederanno l'implementazione di sistemi di attacco e manovrabilità sempre più sofisticati), così come non mancherà la possibilità di dedicarsi al puro commercio, dotando la nostra nave di vani di carico sempre più generosi ma rendendola così inadatta ad altri scopi. Per quanto il gioco sia concettualmente studiato per essere giocato online (tutte i pianeti scoperti con le relative forme di vita saranno salvati nell'Atlas, un database universale condiviso), sarà estremamente improbabile, per quanto possibile, incrociare altri giocatori umani, considerando la vastità dello spazio galattico ed l'inconcepibile numero di pianeti. Certo, sarà possibile darsi un appuntamento con degli amici in una qualche zona remota delle profondità siderali per poi proseguire l'avventura l'insieme ma bisognerà prima trovarsi e poi raggiungersi con un sistema di salti nell'iperspazio che richiederà delle apposite celle a combustibile che andranno prima reperite (mediante acquisto o mediante l'acquisizione delle risorse necessarie per generarle), senza considerare che ogni cella permetterà un solo salto per una limitata distanza (in termine di anni luce).



Ciò che stupisce di No Man's Sky, indipendentemente dalla bontà o meno del gioco finale, è il concept di base, a prescindere dal numero di ore necessario per portarlo a termine (stimato, in base a recenti Spoiler, intorno alla trentina). Appare infatti evidente che sarà impossibile per chiunque poter visitare ogni pianeta presente nel gioco. Stimando, infatti, la possibilità che ogni giocatore visiti dieci pianeti al giorno, sarebbero 3650 pianeti in un anno, numero ben al di sotto del i milioni di miliardi di pianeti generati dal sistema procedurale. A dispetto, quindi, dell'avventura principale, il successo di No Man's Sky dipenderà dalla capacità del team di sviluppo di aver saputo creare, o meno, un universo virtuale in cui milioni di giocatori decideranno di vivere una vera e propria vita digitale in cui continuare ad esplorare e portare avanti la propria specializzazione tra contatti con civiltà aliene, battaglie spaziali o commercio intergalattico. Vi diamo appuntamento a ridosso della pubblicazione del gioco in cui sapremo se Hello Studios sarà riuscita nel suo intento di proporre al mondo un differente concept di videogioco.



L'articolo Aspettando No Man's Sky: verso l'infinito e oltre è estratto da GamesVillage.it.

Continua la lettura su www.gamesvillage.it

5 agosto 2016 alle 14:31