For Honor – Recensione
Publisher: Ubisoft Developer: Ubisoft
Piattaforma: PS4 Genere: Action / Picchiaduro Giocatori: 1 (Online: 2-8) PEGI: 18 Prezzo: 69,99 €
L'idea di indossare un elmo, corazza e armatura è sempre stato in fondo il sogno di ognuno di noi da bambini. Combattere in quanto cavalieri del re, sconfiggere le più grandi armate, i più valorosi guerrieri in combattimenti all'ultimo sangue sono sicuramente alcuni dei momenti che ogni videogiocatore ha sempre sognato. Molti titoli hanno provato a trasmetterci queste magnifiche sensazioni e stavolta sembra proprio toccare ad Ubisoft che, con For Honor, cerca di ritagliarsi un piccolo spazio personale grazie ad un'idea di base tanto semplice, quanto profonda e immersiva. Ecco la nostra recensione!
Si vis pacem, para bellum
Il nostro viaggio con For Honor inizia con quella che è definita dai ragazzi di Ubisoft una vera e propria modalità Storia. Durante quest'ultima avremo infatti la possibilità di vestire i panni di tre soldati, ognuno appartenente alle tre fazioni disponibili (Guerrieri, Vichinghi e Samurai) e vivere le loro vicende attraverso le più celebri battaglie che avranno come luogo di scontro le terre delle rispettive fazioni: Ashfeld per i cavalieri, Valkenheim per i vichinghi e Myre per i samurai. Le singole storie (divise in tre capitoli dedicati) purtroppo avranno ben poco in comune e il filo che le lega risulta davvero un po' troppo sottile, fattore che magari non darà fastidio ai più ma che risulta abbastanza fastidioso per tutti gli amanti delle lore dei videogiochi. Ciononostante, l'intera campagna scorre piacevolmente complici anche una buona narrazione (sottolineiamo l'ottimo lavoro svolto con il doppiaggio italiano) e ambientazioni medievali davvero ispirate. La varietà è buona ma non eccellente e solo alla fine della vostra avventura inizierete ad avvertire una leggera sensazione di noia a causa anche di un'IA che, una volta apprese in modo discreto le basi, anche alle difficoltà più elevate non sarà poi così ostica da sconfiggere rendendo così l'esperienza un tutorial “narrato” e più lungo del solito (la longevità si attesta sulle cinque ore a difficoltà elevate), ma pur sempre un tutorial.
Carina l'idea di poter affrontare le missioni in co-op con un amico anche se, come detto sopra, la sensazione di “grande occasione sprecata” non tarderà ad insinuarsi nella vostra mente.
Tutti contro tutti
Ciò che però deve essere analizzato a fondo di For Honor è indubbiamente il comparto multigiocatore, colonna portante dell'intera offerta. Iniziamo subito con l'affermare che il lavoro svolto da Ubisoft è stato davvero coraggioso: proporre una nuova IP in grado di suscitare, sin dal primo momento all'E3, un'enorme curiosità in moltissimi amanti dei competitivi online fece si che si generasse un grande interesse per il titolo in questione, interesse accompagnato da una buona dose di hype e paura di un fallimento alla “tutto fumo e niente arrosto”. Ubisoft, fortunatamente, ha saputo dimostrarci a lavoro concluso (e anche in parte con le varie alpha e beta) di aver sempre creduto fortemente in For Honor, grazie al quale potrebbe ritagliarsi uno spazio non indifferente nel mondo degli E-Sports.
Sin dal primo momento For Honor appare come il classico “Easy to learn, hard to master”: le basi sono semplici, i controlli ottimi e dopo qualche ora già si inizierà ad avere una buona dimestichezza con il proprio alter-ego. Durante le nostre partite potremo affrontare altri giocatori in varie modalità a partire dalle classiche “Deatmatch” e “Dominio” per poi arrivare ai “Duelli 1v1” (una delle modalità più riuscite e divertenti a nostro parere perché in grado di cogliere pienamente lo spirito dell'intera offerta ludica) e alle “Mischie 2v2”, tutte selezionabili all'interno della mappa del mondo che purtroppo però appare da subito come più che confusionaria e poco chiara. Più e più volte infatti abbiamo cercato di capire il significato di alcuni simboli o come poter semplicemente accedere ad alcune sezioni di personalizzazione e non. La mappa si prefigura però come il perfetto sbocco per le stagioni online della guerra di fazioni, periodo di circa dieci settimane durante il quale, una volta giurata fedeltà ad una fazione, potremo difenderne i confini o ampliarli grazie alle risorse di guerra ottenute dopo ogni scontro. L'idea è davvero interessante ma a nostro parere è sviluppata non alla perfezione e la sensazione di appagamento o l'idea di far parte di uno di questi ordini di soldati faranno davvero fatica a far breccia nel vostro cuore a causa di una struttura davvero approssimativa e solamente abbozzata.
Il problema che però abbiamo riscontrato più spesso e ci tocca, con grande dispiacere, riportarvi è legato al matchmaking. For Honor non presenta infatti server dedicati e la scelta di impostare le partite sotto un profilo peer-to-peer la troviamo davvero ingiustificabile dato che, oltre ai numerosi problemi di disconnessione per tutti coloro che non posseggono una buona linea, in un gioco competitivo il tempismo gioca inevitabilmente un ruolo chiave e perdite di pacchetti dati sono davvero inammissibili (vi capiterà infatti di ricevere colpi senza capire da quale direzione essi effettivamente provengano).
Una particolare precisazione va fatta per la modalità dominio che, se per certi versi risulta essere appagante e divertente, in molti casi riesce però a contraddistinguersi come la più caotica e frustrante. In alcune partite ci è infatti capitato di essere inseriti in squadre di giocatori con una scarsa propensione verso il gioco di squadra, ritrovandoci così per l'intera durata della partita ad essere circondati, ed inevitabilmente massacrati, da due o più nemici in duelli 3v1 o peggio ancora 4v1. A questo punto ci chiediamo se tale modalità sia ideata per scontri tra squadre organizzate oppure se necessiti ancora di ulteriori bilanciamenti in tale direzione.
