Wolfenstein II: The New Colossus – Anteprima
Prepotente come un film di Quentin Tarantino, esagerato come ogni buon splatter, a tratti capace di concedersi alla filosofia e alla riflessione al pari delle opere di Ken Levine e di Irrational Games, ma soprattutto maleducato e irriverente quando serve e come soltanto lui sa essere. Wolfenstein è tornato, e Bethesda ha pensato bene di concedergli le luci della ribalta in occasione dell'ultimo E3 di Los Angeles.
Rimasto per anni nell'ombra di The Elder Scrolls e Fallout ma anche di Dishonored e Doom, il nuovo canone avviato da Machine Games con il mai troppo osannato The New Order ha finalmente potuto ritagliarsi lo spazio che merita. Wolfenstein II: The New Colossus, questo il nome del sequel, è stato assoluto protagonista di un reveal coi fiocchi con cui, oltre a dimostrare grande coraggio affidando con convinzione il vessillo di portabandiera ad una IP da molti relegata (troppo presto) a comprimaria, Bethesda ha confermato anche quest'anno la sua solita, vincente strategia, annunciando pubblicamente i propri videogiochi soltanto quando sono quasi pronti e presenziando all'E3 con la “sola” line-up per l'anno in corso. The New Colossus, infatti, arriverà sul mercato già il prossimo 27 ottobre, una data non lontana che lo riempie già di responsabilità, ma anche di ottimismo e fiducia in un'evoluzione iniziata già qualche anno fa e per nulla sul punto di fermarsi.
L'avventura del protagonista B.J. Blazkowicz, uomo dai mille volti, eroico, stoico e al tempo stesso insospettabilmente umano, riprende esattamente da dove l'avevamo lasciata in The New Order. Rimessosi da serissime ferite e ricongiuntosi alla compagna Anya, incinta di due gemelli, B.J. deve tornare armi in pugno a combattere al fianco della resistenza, per salvaguardare il futuro della sua famiglia, del suo paese e del mondo intero. I nazisti, infatti, sono riusciti a conquistare anche gli Stati Uniti, governando la nazione a stelle e strisce con il pugno di ferro in una particolarissima ucronia che sovverte alla base le tradizioni di un popolo da sempre fondato sulla libertà individuale. Pur mantenendo caratteristiche come il benessere derivato dal capitalismo e dal boom economico successivo alla guerra, ora nei cinema vengono proiettati film “corretti” dal regime e i membri del Ku Klux Klan passeggiano tranquillamente per le strade. In tal senso è emblematica la scena, mostrata nel trailer, che vede un soldato tedesco entrare in un diner e ordinare un milkshake, in un contesto talmente assurdo da risultare quasi verosimile. E forse è questo il reale pericolo che Blazkowicz e compagni devono sventare: non lasciare che la società statunitense si lasci in qualche modo corrompere, abituandosi al nuovo corso degli eventi e perdendo o alterando definitivamente la propria identità.
Eppure, nonostante il deciso cambio di ambientazione, che passa dall'Europa ad una versione rimaneggiata e peculiare degli Stati Uniti, le caratteristiche che hanno reso celebre Wolfenstein: The New Order sono ancora ben salde al loro posto in The New Colossus. Dietro una patina di spettacolarità e di esplosioni hollywoodiane, infatti, lo shooting proposto dai ragazzi di Machine Games si trasforma in un'esperienza brutale e altamente punitiva ai livelli di difficoltà più alti, obbligando i giocatori a far ricorso ad ogni millesimo di secondo di vantaggio, concesso da riflessi allenati, per riuscire a sopravvivere agli headshot dell'incalzante e cattivissima IA nemica. L'esagerazione, in Wolfenstein, alberga su tutti i fronti: le bocche da fuoco utilizzabili si preannunciano ancora una volta numerosissime e condite da idee folli e al tempo stesso geniali, oltre che principali protagoniste di un gameplay che non rinnega le proprie origini e strizza con forza l'occhio agli sparatutto vecchia scuola. L'incredibile progresso tecnologico compiuto nel 1961 ucronistico di Wolfenstein è il motore che ha reso possibile un sistema di gioco così folle e insieme coraggioso, ed anche la principale giustificazione narrativa alla conquista degli Stati Uniti da parte della Germania. Anzi, stando agli sviluppatori (e in parte anche a quanto abbiamo già visto) il sequel dovrebbe andare oltre quanto raccontatoci tre anni fa, prendendosi una libertà narrativa, stilistica e squisitamente ludica pressoché totale e mai esplorata nello storico franchise. Libertà che, ovviamente, si riflette in positivo su tutti gli aspetti del gioco.
Insomma, la direzione intrapresa con questo sequel è lampante: The New Colossus si preannuncia come un deciso passo in avanti rispetto a The New Order, un passo compiuto osando come mai prima e puntando a migliorare il predecessore praticamente in ogni ambito. Appuntamento ad ottobre per capire se Machine Games e Bethesda saranno riuscite nel loro intento, per riportare definitivamente Wolfenstein dove può (e deve) stare, vale a dire nell'olimpo degli sparatutto in prima persona.
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