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Last Day Of June - prova

È difficile spiegare cosa ci siamo trovati di fronte una volta arrivati negli studi di 505 Games. L'ultima creazione di Ovosonico, firmata Massimo Guarini, è infatti un titolo completamente diverso da ciò a cui i canoni dell'industria, e i sottogeneri vicini a questa esperienza, ci avevano abituati. Per quanto ci è stato possibile vedere, Last Day of June riesce infatti a mantenere una posizione equidistante tra quella che è l'arte figurativa dell'animazione e il mondo dei videogiochi in senso stretto.



Si tratta di uno di quei titoli che riescono a catturare semplicemente attraverso l'atmosfera, in questo caso capace di comunicare immediatamente lo spessore narrativo del progetto. I tratti tipicamente autunnali accostati a un eloquente blu e la colonna sonora di Steven Wilson, quasi un secondo padre di Last Day of June, si sposano perfettamente con la storia di Carl e June. Una storia che si racconta, e si fa perfettamente comprendere, senza l'uso della parola.



Ciò che ci ha colpiti maggiormente è infatti la totale assenza di interazioni vocali, e soprattutto scritte. Ripensandoci tutto ciò che sappiamo, che abbiamo imparato, che abbiamo scoperto e perfino fatto a livello di gameplay, lo abbiamo fatto nel silenzio. Silenzio comunicativo, perché gran parte dello scambio avviene tramite la musica, oltre che attraverso le animazioni di grande qualità e gli onnipresenti dipinti.

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19 luglio 2017 alle 15:30