Gamescom 2017: Assassin's Creed Origins - prova
Se c'è una dote innegabile della serie di Assassin's Creed, è quella di saper polarizzare il pubblico in due fazioni ben distinte: da una parte coloro che aspettano ogni anno la serie targata Ubisoft, dall'altra quelli che la vorrebbero vedere scomparire. Da un lato i sostenitori, dall'altra i detrattori.
È difficile trovare persone che stiano nel mezzo e così è stato anche quando Assassin's Creed: Origins è stato mostrato all'E3 di Los Angeles, con chi ha apprezzato il rinnovamento impresso alla serie da Ashraf Ismail (autore anche di quel Black Flag che molti ricordano con nostalgia), e chi invece non l'ha reputata sufficiente.
Il nuovo volo dell'aquila? "È il gufo di Far Cry Primal o il drone di Ghost Recon: Wildlands". Il sistema di combattimento? "Sembra quello di The Witcher, che poi non è che fosse questo granché". E la grafica? "Migliorata, sì, ma nulla di particolare". Non c'è che dire, oggi come oggi quello del game designer non è certamente un mestiere facile, ma alla fine quel che conta è il responso del mercato e Assassin's Creed è un brand che si rivolge a una fascia di pubblico molto ampia.
