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FIFA 18 (Switch) - recensione

Il 2018 è un anno importante per la serie di FIFA. Su console e su PC, infatti, abbiamo assistito ad una delle evoluzioni più nette rispetto agli ultimi anni, sia dal punto di vista del gameplay che da quello delle modalità di gioco. Non tutto è perfetto, sia chiaro, andrebbe reso un po' meno letale l'attacco e consistente il gioco a centrocampo, ma l'esperienza globale è assolutamente godibile e tra il Viaggio e FUT abbiamo anche questa stagione centinaia di ore di divertimento davanti.



Quest'anno, però, segna anche il ritorno di EA sulle console di Nintendo, Switch per la precisione. Uno sforzo ammirevole, dato che il colosso americano non vuole semplicemente occupare una nicchia rimasta vuota con un prodotto raffazzonato, ma portare un'esperienza completa, studiata oltretutto per adattarsi al meglio alle peculiari caratteristiche della macchina.



FIFA 18 su Switch non è, a differenza di quanto accaduto in NBA 2K18, una conversione diretta del gioco arrivato su Xbox One, PS4 e PC, ma il parto di un team diverso da quello storico. Come base per realizzare il suo gioco EA Romania sembra aver usato il codice di FIFA 15, l'ultimo prima dell'avvento del nuovo engine. Il motivo sembra puramente tecnico: il Frostbite, il motore creato da DICE e utilizzato da EA Sports per ormai tutti i suoi giochi, non "entra" in Switch. Questo ha spinto gli sviluppatori a creare una versione ibrida, basata sul vecchio codice aggiornato con tutte le novità che non si basano sul motore di Battlefield e NBA Live.

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6 ottobre 2017 alle 12:10