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Assassin's Creed: Origins - Gli Occulti - recensione

Se Max Pezzali cantava "Stessa storia, stesso posto, stesso bar", il primo DLC dell'ormai celebre Assassin's Creed: Origins racconta una storia simile. Dopo il successo raggiunto con l'ultima istanza della serie di Ubisoft, i riflettori non potevano che rimanere puntati sul supporto post-lancio, un settore nel quale il publisher di Parigi si è recentemente dimostrato particolarmente abile. Chi ha vestito i panni di Bayek saprà infatti che le Prove degli Dei sono state un ottimo espediente per ampliare la longevità del titolo, portando i collezionisti a mettersi alla prova settimana dopo settimana, senza necessitare di alcuna transazione aggiuntiva.



Considerando la mole di attività presenti in Assassin's Creed: Origins, e soprattutto i progetti ancora in cantiere come la modalità discovery e l'aggiornamento di marzo, non si può certo dire che Ubisoft abbia trattato l'epopea di Bayek con superficialità. Il DLC Gli Occulti si propone di mettere ulteriore carne sul fuoco per chiunque non fosse ancora sazio di avventure e combattimenti sull'altra sponda del Mediterraneo.



Perché dunque attingere alla memoria degli 883 per presentare Gli Occulti? Perché questo contenuto aggiuntivo è un pacchetto confezionato per ampliare ulteriormente tutto ciò che già era presente nell'opera originale. Certo, il posto non è lo stesso, dato che ci troviamo nel Sinai: la morfologia del territorio, pur non essendo distante da quella nordafricana, riesce a differenziarsi quel tanto che basta da comunicare una sensazione di novità, specialmente al primo impatto in notturna. Anche la storia ovviamente non è la stessa, ma c'è da dire che la ricorda molto da vicino.

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25 gennaio 2018 alle 12:30