God of War - prova
Cosa si prova nel momento in cui si sta per mettere le mani sul nuovo capitolo di una saga iconica come quella di Kratos? Sono sensazioni che qualsiasi videogiocatore conosce molto bene. La voglia di toccare con mano l'ultima uscita si mescola con le inevitabili domande che affollano la mente del fan: avrà mantenuto lo standard qualitativo degli episodi precedenti? Saranno riusciti a ricamare un gameplay coerente intorno alla mole di novità? Proverò le stesse emozioni vissute al tempo delle altre release? Poi, d'un tratto, ci si trova di fronte al menù principale e non resta che premere Start. Ed è proprio in quel momento che God of War si dimostra uno di quei rarissimi casi in cui l'esperienza finale supera di gran lunga ogni aspettativa.
Perché diciamocelo, nonostante il ritorno di Cory Barlog, stavolta alla direzione, erano sorti molti dubbi a fronte di un gameplay quasi stravolto e di un Kratos tanto diverso in un setting completamente nuovo. Dubbi che si sono dimostrati infondati perché God of War non è cambiato, è semplicemente cresciuto insieme ai suoi creatori. Si è evoluto maturando in un'esperienza comprensiva di tutti gli elementi che lo hanno reso leggenda, arricchendosi di ciò che gli mancava: una struttura narrativa più che solida, una psicologia complessa e un gameplay a tutto tondo. Momenti in cui scende una lacrima prima di attivare la Furia di Sparta e distruggere tutte le creature della mitologia norrena che ci troviamo di fronte, strappando pezzi di Draugr tra un volteggio e l'altro della nostra ascia. Questo è il nuovo God of War.
Kratos avrà tempo di raccontarsi attraverso le immagini: la telecamera, infatti, non abbandona mai il protagonista. Non ci sono flashback, non ci sono transizioni tra gameplay e filmati, non c'è nulla a spezzare il ritmo dell'avventura. C'è solo il viaggio di Kratos e Atreus, un viaggio di scoperta reciproca all'interno di un mondo sconosciuto; un viaggio di formazione del quale il giocatore diventa parte attiva, scoprendo passo dopo passo dettagli della nuova vita del Fantasma di Sparta. Non riveleremo nulla riguardo alla trama, non solo perché Sony ci ha chiesto di non farlo ma soprattutto perché sarebbe un crimine anticipare i punti di discussione e gli elementi che abbiamo incontrato lungo questo breve, seppur intenso percorso. Vi basti sapere che Kratos e Atreus risultano estremamente credibili, e diventano protagonisti di una di quelle avventure nel corso delle quali si ha solamente una domanda in testa: cosa succederà dopo?

Akar
ma che senso ha far praticamente resuscitare un tizio che é morto per farlo agire in un altro gioco?