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Sea of Thieves è un gioco frainteso che rischia di affondare prima di salpare - editoriale

Sapete cosa abbiamo in comune io e Guybrush Threepwood? Entrambi avevamo nel cassetto il sogno di diventare temibili pirati. Se il protagonista di Monkey Island è riuscito nel suo intento, io e tante altre persone abbiamo dovuto aspettare il rilascio di Sea of Thieves per poter dar sfogo alle nostre aspirazioni. Dopo anni di attesa e parecchi assaggi in fase beta di ciò che sarebbe potuto divenire il coronamento delle mie fantasie (e quelle di molti altri), mi sono trovato a dover fare i conti con l'amara verità: la vita del pirata è più monotona di come me l'aspettavo.



Il titolo di Rare, sin dal suo annuncio, ha esercitato su di me un'attrazione irresistibile. Governare un vascello pirata spalleggiato dalla mia ciurma di amici, scoprire misteriosi tesori sepolti, affrontare eserciti di scheletri e abbordare senza pietà le navi di chiunque incroci la mia rotta: era tutto quello che desideravo, una di quelle occasioni in cui il meme "Shut up and take my money!" non poteva essere più azzeccato.



Ad oggi sono quasi due settimane che veleggio tra le isole del Mare di Ladri, eppure le cose da fare scarseggiano già da un po'. Le problematiche più gravi, riconducibili ad una disarmante mancanza di contenuti, sono state ben evidenziate nella nostra recensione, ma in questo articolo non voglio ripetere l'ovvio, bensì porre l'accento su quei difetti che si sarebbero potuti benissimo evitare senza un dispendio troppo elevato di energie e, perché no, spiegarvi anche come mai io stia comunque amando alla follia questo gioco.

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3 aprile 2018 alle 11:00