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GRIP: Combat Racing - recensione

Probabilmente alcuni di voi ricorderanno Rollcage, titolo che ha visto la luce nel lontano 1999 sulla prima cara vecchia PlayStation e su PC. All'epoca Psygnosis produsse quello che per molti era il Wipeout su ruote, altra produzione di successo della software house britannica, una somiglianza abbastanza ficcante, data la velocità pazzesca e la particolarità dei circuiti che offriva Rollcage.
Quasi vent'anni dopo Caged Element e Wired Productions hanno sfornato GRIP: Combat Racing, una sorta di Mario Kart cattivo e spigoloso, dotato di un'ambientazione futuristica originale. I ventidue tracciati in GRIP, infatti, sono situati su quattro diversi pianeti esotici che presentano particolari caratteristiche di terreno e architettura.



Il titolo riprende da Rollcage la filosofia quasi escheriana di concepire gli spazi nei tracciati. Le vetture disponibili sono in grado, grazie alla velocità estrema raggiunta, di aderire perfettamente nei vorticosi tunnel presenti e sfrecciare quindi sottosopra. Ogni pilota può così interpretare la gara come meglio crede, nella continua ricerca delle soluzioni che permettono di caricarsi più facilmente di armi e di essere più veloci degli avversari. Perdere l'aderenza però non è sempre un dramma, visto che le vetture di GRIP sono fatte per gareggiare su entrambi i lati, garantendo un numero spropositato di evoluzioni fuori di testa.



Il gioco è stato modellato usando l'Unreal Engine 4, utilizzato in maniera eccezionale. Le ambientazioni dei tracciati e le vetture sono curate nei minimi dettagli, ma GRIP diventa spettacolare alle velocità più estreme. Gli spazi arrivano a deformarsi, assicurando un risultato psichedelico di un'intensità pazzesca. Non esageriamo se vi diciamo che GRIP non è bello solo quando lo si gioca, ma può essere emozionante vederlo giocare da altri. A completare la sinestesia allucinogena vi è un comparto audio dotato di una moltitudine di effetti distorti e una colonna sonora elettronica che carica il giocatore a pallettoni.

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2 novembre 2018 alle 09:10