Fallout 76: come funziona? - articolo
A dispetto delle incertezze, delle critiche e degli evidenti difetti riscontrati in ambito tecnico, dobbiamo ammetterlo: Fallout 76 è stato inaspettatamente in grado di risucchiarci nel pieno del suo vortice di attività, portandoci a scandagliare l'intera regione dell'Appalachia alla ricerca della sovrintendente scomparsa. Abbiamo vagato per ore e ore lasciandoci alle spalle le foreste autunnali, affondando gli stivali nelle paludi dell'est ed esplorando un campidoglio in rovina sullo sfondo delle immense catene montuose. Rieccoci qui: siamo approdati sulle pagine di Eurogamer.it per rispondere alle domande e chiarire i dubbi legati alla prima avventura multigiocatore targata Bethesda Game Studios; fidatevi di noi: c'è moltissimo di cui parlare.
Trama e setting
Quando le porte del Vault si sono spalancate sul panorama della West Virginia post apocalittica, siamo rimasti soverchiati da una gigantesca mole di contenuti. La grande sorpresa, tuttavia, è derivata dalla presa di coscienza della pochissima distanza che separa Fallout 76 dalle tradizionali esperienze orientate verso il single player. Ed è proprio seguendo questa filosofia che abbiamo affrontato il lungo viaggio, lasciando da parte le interazioni con altri abitanti del Vault e focalizzandoci invece sulla crescita personale e sulla sopravvivenza in puro stile Bear Grylls. L'Appalachia è una regione estremamente ostile: bisogna costantemente mangiare e bere per tenersi in forze, il che significa bollire l'acqua per diminuire il tasso di radiazioni ed evitare di conservare carni animali e frutti mutati troppo a lungo, nel tentativo di non farle marcire. Le malattie, infatti, sono sempre dietro l'angolo: contrarre parassiti, ad esempio, significa andare incontro ad una lenta e inesorabile perdita di cibo, che corrisponde ad una sostanziale riduzione dei PA.
