Borderlands: Game of The Year Edition - recensione
I looter shooter sono diventati col passare degli anni tra i videogiochi più celebri e redditizi dell'intero mercato. The Division, Anthem, ma soprattutto Destiny hanno definito un genere che affonda le sue origini in una serie ben precisa: quella di Borderlands. Pur non potendo contare su di un mondo online persistente, l'opera di Gearbox ha tutte le caratteristiche fondamentali che contraddistinguono questa tipologia di giochi: una cooperativa a quattro giocatori, un'intelaiatura da gioco di ruolo, decine di adrenaliniche missioni e soprattutto migliaia di bocche da fuoco diverse, sempre più potenti e prepotenti.
Una sorta di Diablo con fucili e bombe a mano, inzuppato di follia e colorato da bambini armati di pastelli a cera. Il risultato è uno sparatutto divertente e pieno di stile, che sa conquistare per la combinazione di spensierata azione e umorismo. Una combinazione che in tutti questi anni non ha perso il suo fascino e che grazie alla Borderlands: Game of The Year Edition potrà essere gustata anche dai giocatori dell'ultima ora, ovvero coloro che non hanno potuto o voluto giocare la versione originale su Xbox 360, PC o PlayStation 3.
2K e Gearbox hanno quindi pensato di dare a tutte queste persone un antipasto di quello che sarà Borderlands 3. Ad un prezzo budget su One e PS4 (solo in formato digitale) e tramite un aggiornamento gratuito per tutti i possessori del gioco originale su Steam, si potranno mettere le mani sul primo capitolo completo di tutti i DLC mai pubblicati. Ma non solo, Gearbox ha operato un restyling del motore grafico, ora capace di supportare i 4K e l'HDR su One X e PS4 Pro, e ha introdotto alcuni piccoli cambiamenti che dovrebbero migliorare la "qualità della vita" nel gioco.

Time Paradox
sempre sul pezzo, bravi