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Sid Meier's Civilization VI - recensione

Non ci sono più le mezze stagioni. Similmente i videogiochi sono sempre meno legati ad una singola piattaforma e vengono convertiti per un gran numero di device, possibilmente con il salvataggio condiviso in cloud. Un giorno ti addormenti con le tue belle esclusive in catalogo e la mattina successiva ti svegli con Mario Kart sul telefono e Death Stranding su PC. Anche la serie di Civilization, un tempo uno dei bastioni della "Master Race", recentemente ha seguito la strada tracciata da XCOM e Football Manager e prima è arrivata in forma completa su dispositivi mobile e successivamente anche su console.



A dir la verità i primi due episodi furono rispettivamente pubblicati anche per SNES o PSOne, ma la loro conversione diretta evidenziava come fosse difficile gestire una simile esperienza senza mouse e tastiera. Nel 2008 fu il turno di Civilization Revolution, una versione semplificata nelle meccaniche, ma pensata per essere gestita col gamepad. L'essenza della serie di Firaxis era rispettata, ma i fan storici furono un po' delusi e il successo stentò ad arrivare.



Con il quinto, ma soprattutto col sesto capitolo il team di Sid Meier è riuscito a limare le meccaniche di gioco in modo da offrire un'esperienza più fluida, pulita e lineare, senza per questo rinunciare a tutte le sue sfumature strategiche. In questo modo Firaxis non ha dovuto fare miracoli per convertire il suo gioco su iOS, sostituendo semplicemente i comandi tattili al mouse e tastiera. Il passaggio successivo è stato quello di portare Civ VI su Switch, console ibrida che consente di avere sia i controlli touch che quelli digitali. Una volta disegnata l'interfaccia per gamepad era quindi solo questione di tempo prima che Sid Meier's Civilization VI arrivasse anche su Xbox One e Playstation 4.



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21 novembre 2019 alle 09:10