Trovare un lavoro nel mondo dei videogiochi: Temtem e Platypet

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La storia di 50 Sfumature di Heliolisk è l'esempio principe di come si possa trovare un lavoro nel mondo dei videogiochi.
Avete mai sognato di trovare lavoro con i videogiochi? Leopoldo Spagna, alias 50 Sfumature di Heliolisk, c'è riuscito. Immagino che la vicenda la conosciate tutti e non sto qui ad ammorbarvi. Sono successe cose, che hanno portato ad altre cose, che hanno convinto la software house Crema ad acquistare i diritti del fakemon Platypet, da lui creato, per il loro gioco Temtem. Certo, non si tratta di un posto di lavoro fisso, ma comunque l'artista non solo ha visto il concretizzarsi di una sua idea, ma ha ottenuto la giusta remunerazione per un lavoro, a mio parere, davvero eccellente. Questo discorso non va visto, ovviamente, solo dal lato economico, ma va visto anche dal lato umano: grazie a questa mossa ha ottenuto rispetto e approvazione a livello internazionale.

La bellezza. Nulla da dire.
Tutti discorsi molto belli, ma cosa ci azzeccano con il titolo? Beh, questo è solo il punto di partenza per aprire un discorso più ampio e che punta a toccare temi quali: come trovare lavoro grazie ai videogiochi, videogiochi e artisti indipendenti, e tutta sta roba che, giustamente, i creativi digitano su google nella speranza di un roseo futuro.
Sono la persona meno indicata per insegnarvi a sfruttare le vostre capacità creative per trovare lavoro, figurarsi nel mondo dei videogiochi. Quello che però posso dire è che la storia di Temtem, Platypet e 50 Sfumature di Heliolisk ci ha insegnato che la rotta sta cambiando, e che le software house iniziano a buttare l'occhio verso i fan, a prendere spunto e a creditarli nel giusto modo.
Pensiamoci un attimo assieme. Quante volte abbiamo formulato nella nostra testa la frase: “Guarda che artista! Se solo *inserire qualsiasi software house* prendesse lui invece di fare boiate!” Ve la do io la risposta: tante. E non è cosa da poco. In effetti in un mondo in cui la velocità di apprendimento, la diffusione di informazioni e le possibilità di farsi conoscere sono aumentate, perché le software house non dovrebbero trasformare la passione di questi artisti per i loro videogiochi in un lavoro vero? Mi sembra quasi ovvio e scontato.
Dare il giusto valore al lavoro degli artisti, anche se amatoriali o indipendenti, è il primo passo verso l'emancipazione artistica dei videogiochi
BOOOM VERO? Cioè leggendo questa notizia non ho potuto non unire i puntini e scrivere questo articolo.
E quindi chiudiamo ricollegandoci al discorso iniziale. Quello di come gli artisti, i creativi indipendenti, riescano a trovare un lavoro nel mondo dei videogiochi con le loro creazioni. Nessuno di noi deve arrendersi. Avete un idea? fatela, proponetela, condividetela. Dobbiamo sfruttare i nuovi sistemi di condivisione, presenti o futuri, senza paura.
Vedrete che poi i risultati arriveranno.
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