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Reinventare un classico: il nostro primo sguardo alla tecnologia di Final Fantasy 7 Remake - analisi tecnica

Final Fantasy 7 Remake, uno dei giochi più attesi dell'anno, ha come obiettivo quello di prendere un classico immortale per PS1 e riportarlo alla luce grazie alla potenza offerta della tecnologia delle console di attuale generazione. Quello che un tempo erano modelli poligonali basilari innestati su fondali pre-renderizzati coadiuvati da sequenze in CG Full Motion Video, oggi viene renderizzato in tempo reale con una qualità che supera di gran lunga ciò che Squaresoft poteva anche solo sognare, nel 1997. L'interesse della community videoludica è palpabile e il lancio a sorpresa della demo non ha fatto altro che accendere ancora di più la fiamma della loro passione.



In un'epoca in cui i download hanno spesso dimensioni mastodontiche, è piacevole constatare che la demo pesa solo 8GB (solo una goccia nell'oceano rispetto ai 100GB richiesti per l'installazione del gioco completo). Eppure, la demo ci ha colpiti come un pugno nello stomaco. Quest'ultima offre circa 45/60 minuti di azione intensa e copre il viaggio di Cloud e del collettivo Avalanche fino al nucleo del primo reattore Mako. Nel corso della prova, entrerete in confidenza con gli elementi fondamentali del sistema di combattimento, vi avventurerete tra le trappole laser disseminate lungo i corridoi del reattore e affronterete il celeberrimo scontro con il boss Scorpione.



In breve, siamo di fronte alla prima ora del gioco effettivo anche se, ovviamente, non si tratta del codice definitivo (d'altra parte, gli hacker del PSN sono riusciti ad accedervi diversi mesi fa). In aggiunta a questo, è bene sottolineare che alcuni elementi del gameplay e della storia potrebbero essere modificati o ritoccati prima del lancio previsto per il 10 aprile. Dal punto di vista tecnico, tuttavia, siamo di fronte ad un gioco sviluppato su Unreal Engine 4 che si presenta, sia su PS4 standard che su Pro, talmente curato e dettagliato che se Square Enix decidesse di rilasciarlo in queste condizioni, ne saremmo già incredibilmente entusiasti.



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16 marzo 2020 alle 11:50