Digimon Story Time Stranger – Recensione
Se eravate a digiuno di mostri e di JRPG, siete nel posto giusto! Digimon Story Time Stranger, protagonista della nostra recensione, è un titolo in grado non solo di fare breccia nel cuore dei fan di vecchia data, ma anche di stupire chi si approccia per la prima volta al brand. Per affrontare la nuova sfida di Bandai Namco, peraltro, non sarà necessaria nessuna conoscenza pregressa dei giochi passati della saga. Pronti a lanciarvi in una grande avventura?
Lost in Time
Se avete qualche decade sulle spalle, probabilmente avrete vissuto in pieno l'intenso periodo di rivalità tra due saghe di mostri, ossia i celeberrimi Pokémon e gli altrettanto famosi Digimon. I primi hanno avuto probabilmente una risonanza maggiore nel mondo, spinti da icone come Pikachu e Charmender, ma anche i mostri digitali si sono battuti al meglio. Nel corso degli anni, i videogiochi dedicati alla serie sono stati tanti e hanno spaziato da avventure a picchiaduro, con alterne fortune. Con la saga Digimon Story, Bandai Namco sembra però aver preso una strada precisa, che segue anche con l'episodio Time Stranger.
La trama ci mette nei panni di un agente, maschio o femmina a seconda della nostra scelta iniziale, intento a indagare su alcune anomalie che hanno portato il mondo sulla soglia dell'apocalisse. Questo a causa di una fusione con il Digiverso che appare inevitabile. Con una scelta che assomiglia a quella del rivale storico, fin da subito avremo accesso al nostro primo Digimon scelto tra tre e ci avventureremo in una Tokyo decisamente poco serena, salvo poi andare incontro a un evento inaspettato. Verremo trasportati indietro nel tempo di otto anni e potremo così meglio comprendere cosa stia succedendo al mondo, oltre a cercare di salvare la situazione.
Senza ulteriormente addentrarci nella storia, ricca di sfaccettature e tutta da scoprire, possiamo dirvi che il team ha dato grande importanza a questo elemento, tanto che nelle prime ore ne saremo completamente assorbiti e saremo chiamati a seguirla senza essere liberi di esplorare il mondo e potenziare i nostri Digimon. La localizzazione dei testi in italiano (senza però doppiaggio) aiuta a comprendere al meglio tutti gli eventi e non perdersi.

Il gameplay di Digimon Story Time Stranger
Al netto di una storia affascinante, il cuore pulsante di Digimon Story Time Stranger è sicuramente il gameplay, uno degli elementi che gli amanti della saga apprezzeranno maggiormente. Il sistema di battaglia a turni è relativamente classico e basato un sistema definibile “sasso, carta, forbice”. Avremo tre elementi con forze e debolezze: Virus batte Data, che batte Vaccino, che batte Virus. Questo ovviamente al netto di una serie di variabili che possono influenzare la potenza degli attacchi.
La squadra del giocatore sarà composta sempre da 3 Digimon attivi, supportati da altri 3 che potranno prendere il posto dei titolari in qualsiasi momento, senza farci perdere il turno. Questo aggiunge ulteriore strategia e permette di gestire al meglio le battaglie più impegnative. Non che in realtà la difficoltà, soprattutto negli scontri standard, abbia una curva troppo ripida. Gli scontri saranno decisamente accessibili, tanto che a volte ci troveremo a usare l'opzione di aumento della velocità dello scontro, mettendo il “pilota automatico”.
Ovviamente questo ragionamento non è applicabile alle boss fight che affronteremo, che si sono rivelate una vera e propria sorpresa. In questo senso, la sfida diventa decisamente più complessa, tanto che se non troverete la giusta combinazione di squadra e attacchi potreste rapidamente trovarvi a dover caricare la partita a seguito di un game over. Questo porta però anche a sperimentare molto, modificando le sinergie del proprio gruppo e testando i vari Digimon che avremo a disposizione.
Amici digitali
Per poter proseguire con la storia e trovare nuovi Digimon, ci troveremo ad esplorare aree vastissime, divise in Tokyo presente, passata e Iliad, ossia il mondo delle creature digitali. Qui avremo delle zone cittadine, affiancate ai dungeon in cui troveremo creature ostili con cui scontrarci. Interessante in questo senso la possibilità di colpire preventivamente i nemici per infliggere danni in anticipo, anche la sensazione è che si sia puntato a creare un mondo definibile grande (per non dire enorme) ma a volte povero di contenuti. In questo senso, la voglia di esplorare va in parte perduta, recuperabile però pensando alle numerosissime possibilità di potenziare i nostri Digimon.
Questo è a conti fatti il cuore pulsante di Time Stranger. L'allevamento è un vero e proprio punto focale, in cui rischierete di perdervi alla ricerca della combinazione perfetta. A differenza di altri giochi del genere monster catcher (come ad esempio Nexomon), i Digimon hanno diverse ramificazioni e possibilità di digievoluzione. I risultati che otterremo dipenderanno dalle statistiche dei nostri Digimon, che potranno però essere manipolate con dialoghi e allenamenti dedicati nella Digifattoria. Le varie scelte e i rami evolutivi danno vita a un roster di 450 Digimon, una numero enorme che farà la gioia dei fan.
In questo modo, senza neanche accorgervene, vi ritroverete a passare ore a studiare la sequenza evolutiva dei vostri Digimon preferiti, cercando la chiave di volta e le giuste combinazioni per ottenerle la versione perfetta e inserirla in squadra, così da diventare imbattibili (forse). Questa è probabilmente la più grande forza di un gioco che, nonostante tanti elementi di qualità, riesce a mantenere l'attenzione del giocatore focalizzata sui protagonisti: i Digimon.

Il comparto tecnico di Digimon Story Time Stranger
Se è vero che anche l'occhio vuole la sua parte, allora in questo senso Digimon Story Time Stranger vive di luci e di ombre. L'impatto generale è appagante, con modelli dei Digimon e dei personaggi molto curati. Questa qualità cozza però in parte con gli ambienti e con uno stile che in generale sembra datato. La presenza di numerosi personaggi a schermo ha il merito di dare vivacità alle zone che visiteremo, comunque sempre apprezzabili per varietà. Particolarmente interessanti, in questo senso, i cosiddetti “mondi tasca”, che visiteremo per missioni secondarie e dagli effetti davvero affascinanti.
Molto buona anche la colonna sonora, che accompagna il giocatore durante tutta l'avventura. Come già sottolineato, inoltre, il gioco vanta testi localizzati in italiano, utili a seguire al meglio la ricca trama che si dipana nelle oltre 40 ore di campagna, prolungabili se punterete a completare ogni sfida secondaria e scoprire tutti i segreti del gioco. Ottima anche la fluidità generale dell'opera che su PlayStation 5 non soffre mai di rallentamenti, nemmeno nelle situazioni più concitate.
Il Platino di Digimon Story Time Stranger
Eccoci giunti alla sezione più amata dai cacciatori di trofei. Se cercate un Platino facile, dovrete però cercare altrove, perché al netto di una buona quantità di coppe legate alla storia o a eventi automatici, ottenere la scintillante coppa blu a tema Digimon sarà una discreta impresa. La sfida più ardua è sicuramente rappresentata dalla necessità di completare il gioco alla difficoltà Mega+, una vera e propria impresa per cuori forti. Sarete tra coloro che proveranno a completarla?
L'articolo Digimon Story Time Stranger – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.
