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Maelstorm

ha pubblicato un'immagine nell'album Arte Moderna

Tiziano Vecelio - Allegoria della Prudenza - 1565 - 1570 76,2×68,6 cm

Londra National Gallery

Il dipinto è stato sempre considerato un’opera particolarmente significativa dell’ultima maniera di Tiziano, un’ultima maniera in verità non esattamente definita dal punto di vista cronologico, ma che solitamente si fa iniziare nel periodo compreso tra il 1560 e il 1565. Le particolarità che lo caratterizzano sono da un lato l’apparente “non finito” dell’esecuzione, che riguarda alcuni dettagli della composizione, dall’altro la presunta “oscurità” concettuale del soggetto, che, grazie all’acuta rilettura proposta da Gentili, viene definitivamente dissipata. L’Allegoria del tempo governato dalla Prudenza, come è noto, rappresenta in successione, da sinistra verso destra, tre teste d’animale (di lupo, di leone e di cane), sormontate da tre teste maschili (di vecchio, di uomo maturo e di giovane); nella parte superiore compare un’iscrizione in latino, anch’essa ripartita in tre versi, che tradotta suona così: “Sulla base del passato / il presente agisce prudentemente / perché il futuro non rovini l’azione”.

Occorre precisare che nel linguaggio antico prudenza non aveva il significato attuale di cautela, ma quello di saggezza, di avvedutezza, di “buon consiglio”, un concetto che, dunque, come si può dedurre dall’iscrizione, chiama direttamente in causa quello del tempo: il prudente, ovvero il saggio, è colui che trae insegnamento dall’esperienza del passato per agire accortamente nel presente e porre solide basi per il futuro.

Dal punto di vista esecutivo si nota inoltre come il maestro abbia non solo dipinto un passato cupo, un presente luminoso e un futuro accecante, ma, come se ciò non fosse bastato, ha “finito” con buona maniera il presente/Orazio e il futuro/Marco, mentre ha utilizzato uno stile decisamente più sciolto e indefinito per il passato/autoritratto e i tre animali, confondendo in questo modo ogni illusoria aspirazione a una cronologia certa. Addirittura si può pensare che il quadro stesso sia, come tutto il resto, tricipite anche sotto il profilo temporale. Eseguito cioè in tre fasi, o forse più. Ma queste ipotesi perdono importanza di fronte al messaggio profondo dell’opera: se la prudenza governa il tempo, il triplice ritratto la sconfigge, perché allunga a tutte e tre le zone del tempo la fama e la garanzia del nome di famiglia. Assistiamo così ad una proposta radicalmente sperimentale che riguarda la dialettica tra nuova materialità della pittura e nuova personalità dell’autore, ovvero tra regola condivisa e scarto individuale, scarto immediatamente individuabile nell’approccio tecnico-stilistico che non rispetta alcun canone prestabilito, e più profondamente riferibile alla consapevole riflessione sul senso della fine.

Solo un grande pittore come Tiziano, in verità, poteva dar forma ad un simile progetto, capace di tenere insieme invenzione, costruzione ed esecuzione dell’opera col linguaggio più appropriato allo sviluppo e alla comunicazione del suo significato all’interno di un tessuto culturale di tale altissimo livello.