Maelstorm ha pubblicato un'immagine nell'album Arte Contemporanea
Il canto dello Stornello è un opera del 1867 realizzata dal pittore Silvestro Lega (1826 - 1895), che faceva parte del movimento artistico toscano dei Macchiaioli ed è conservata a Palazzo Pitti di Firenze.
I Macchiaioli, tra i quali ricordiamo Telemaco Signorini (1835 - 1901), capofila del gruppo, Giovanni Fattori (1825 - 1908) e Silvestro Lega (1826 - 1895), elaborarono un originale tecnica pittorica:
il colore era steso a macchie, per dare forma alle cose attraverso i contrasti di luce e d’ombra e il particolare dei volti con i lineamenti mai definiti.
L’innovazione della tecnica coinvolse anche la scelta dei temi da dipingere: oltre ai soggetti militari del primo periodo, i più ricorrenti furono i paesaggi e i ritratti.
Il canto dello Stornello è una delle tele più belle realizzate in tutto l’Ottocento italiano.
E’ una prova di grande virtuosismo tecnico, perché l’artista pone la scena in controluce di fronte ad una finestra aperta.
La grande maestria di Lega è stata quella di “tenere a fuoco” il paesaggio lontano e i dettagli degli abiti delle tre donne, invece di rappresentare una silhouette, tipico fenomeno del controluce.
Dalla finestra entra non solo la luce ma anche l’atmosfera pulita che giunge dai campi coltivati e dalle colline lontane.
gamerpersempre
E adesso devo dire una cosa che mi salta all'occhio ogni volta che vedo un dipinto di una o più giovani donne di almeno 100 anni fa, forse tu mi sai rispondere, "Ma perché avevano tutte il doppiomento anche se giovani e magre?" forse anche tutti gli uomini immortalati, ma non ne sono sicura perché non vi ho sempre fatto attenzione, oltre al fatto che avevano anche gli occhi più sporgenti, la fronte il più delle volte eccessivamente ampia, oggi non è così, sarà un cambiamento evolutivo della specie? È una domanda seria, non sto scherzando! 🙂 Comunque bellissimo quadro, dipinto magistralmente!
Gigetto
Nell'800 la "pappagorgia" o doppio mento, era sintomo di benessere economico e veniva sfoggiata con fierezza, così come la pelle bianca, visto che lavoro nei campi o comunque sotto al sole e fame erano chiari sintomi di povertà. Le donne con il viso "pienotto" che appaiono comunque più magre (oltre al fatto che stiamo parlando di quadri e non di foto, per cui tutto affidato alla volontà rappresentativa dell'artista) probabilmente erano stipate nei bustini e perse nelle gonne enormi, che nascondevano la loro reale silhouette (comunque erano perfettamente in linea con i canoni dell'epoca), e in generale una donna troppo magra rischiava più delle altre di morire di parto, purtroppo cosa abbastanza normale ai tempi.
gamerpersempre
@Gigetto ah, già dimenticavo il busto, allora si, può essere che erano più in carne di quel che sembra, ma per avere le facce con la pappagorgia essere solo in sovrappeso non basterebbe, sicuramente la ciccia era nascosta dai vestiti e può essere che l'artista sfinava abbastanza, grazie delle nozioni, non sapevo che se troppo magre rischiavano di morire di parto ed essere in carne era motivo di vanto, de gustibus!