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http://www.ilfossodihelm.it/public/11.jpgJohn Ronald Reuel Tolkien nasce a Bloemfontein, Sudafrica, il 3 gennaio 1892 da Mabel e Arthur Tolkien, entrambi inglesi. Il padre muore in Sudafrica solo quattro anni dopo, quando lui era già tornato con madre e sorella minore in Inghilterra. L’anno dopo il termine dei suoi studi secondari muore, a soli 34 anni, anche la madre, che era però già riuscita a trasmettere al figlio la sua passione per le lingue, le fiabe e le leggende; passione che sarà il filo conduttore della vita di John, che fin da adolescente si dilettava a “costruire” nuovi alfabeti e che grazie alle favole otterrà il suo immenso successo.



La sua carriera professionale è sicuramente notevole: laureato ad Oxford, dopo la parentesi della prima guerra mondiale – combatte in Francia come Fuciliere – vi ritorna per divenire “Master of Arts” e per lavorare come assistente alla stesura del “New English Dictionary”; ma ben presto inizierà l’insegnamento come professore di lingua e letteratura anglosassone e successivamente inglese alle cattedre delle università di Reed, poi Leeds ed infine Oxford, dove rimarrà, in varie cattedre, per 34 anni. Egli è inoltre lettore alle università, ricercatore, scrittore di saggi, traduttore di testi antichi e medievali, conferenziere.



Parallelamente si svolge la sua vita “privata”: sposato fin dal 1916 con Edith Bratt, di tre anni più vecchia di lui, avrà da lei quattro figli dei quali ci interessa soprattutto Christopher, il terzo, che dopo la morte del padre provvederà a riordinare e pubblicare molti suoi scritti. Anche la moglie, purtroppo, non gli sopravvivrà, morendo di malattia nel 1971. Tolkien stesso, ormai uno dei massimi medievalisti e storici anglosassoni, muore all’età di 81 anni in una clinica privata a Bournemouth, nello Hampshire, il 2 settembre 1973. Per suo espresso volere, sulla sua tomba e su quella della moglie furono incisi i nomi di Beren e Lúthien Tinúviel, i due eroi della Prima era simbolo di valore e soprattutto di un'unione indissolubile: Lúthien infatti rinunciò alla sua immortalità pur di stare con l'amato.Questo semplice aneddoto esplica perfettamente sia il legame profondo dell'autore con la moglie che la profonda identificazione "ideale" col suo fantastico mondo.



Ma ovviamente la parte determinante della sua vita, quella che lo porta ad essere considerato un grandissimo tra gli scrittori (e che ha, tra l’altro, portato il “Signore degli Anelli” ad essere votato libro del secolo), è stata quella dell’autore, del creatore non solo di favole, racconti, leggende e romanzi, ma addirittura di un intero mondo, dalla sua genesi alla sua maturità, fino alla caduta ed al risollevamento, attraverso i millenni; e soprattutto dei popoli e personaggi che lo popolano e lo caratterizzano, e delle lingue da loro parlate, descritte nei minimi termini.
Come già accennato, è la madre che gli trasmette la passione per le leggende e le favole; il suo interesse per la lingua e la storia anglosassone lo porteranno a crearne di proprie. Già nel 1917, convalescente per la guerra, inizia a lavorare al “libro dei Racconti Perduti”, il futuro Silmarillion; ma il ciclo ha il suo vero inizio con lo “Hobbit”, cominciato nel ’30, finito nel ’36 e pubblicato l’anno successivo. È questo il nucleo iniziale, sul quale continuerà a lavorare (all’inizio su richiesta…) fino a portare a compimento, nel 1949, il suo capolavoro, la trilogia “Il Signore degli Anelli”, pubblicato poi in due riprese (nel 1954 “La Compagnia dell’Anello” e “Le Due Torri”, nel ’55 “Il Ritorno del Re”). Nel frattempo avrà anche pubblicato gli ottimi racconti “Foglia, di Niggle” (1948) e “Il Cacciatore di Draghi” (1949). Tra le numerose pubblicazioni successive si possono menzionare “Le Avventure di Tom Bombadil” (opera in versi, 1962) e “Il Fabbro di Wootton Major” (1967). Il “Silmarillion” (1977, riveduto 1983) e altri scritti saranno poi pubblicati postumi a cura del figlio Christopher. Va inoltre menzionato come Tolkien abbia prodotto anche numerose illustrazioni che, accompagnate ai testi, ne descrivono perfettamente alcuni particolari.
I suoi libri sono stati pubblicati in molte parti del mondo e nelle più varie lingue, riscuotendo enorme successo e vendendo milioni di copie. Le opere di Tolkien attingono a piene mani dal materiale tradizionale, antico e medievale per quanto riguarda le figure tipiche (l’eroe, il nero nemico…), le ambientazioni (le varie razze, il variopinto ma estremamente “naturale” mondo di Arda) e le tematiche (una su tutte, l’epico scontro tra il bene ed il male); si potrebbe affermare che non ha scoperto nulla di nuovo, ma è riuscito lo stesso a colpire al cuore ed affascinare, intimorire, emozionare milioni di lettori, e questo grazie ad una mirabile sintesi di tutti gli elementi sopra descritti, ad una continua proposta di immagini colorate, emozionanti, ora epiche, ora desolate, ma sempre dinamiche, ad un linguaggio ed un intreccio non particolarmente difficili ma comunque efficacissimi. E soprattutto grazie alla minuziosa costruzione di un universo che, curato in ogni dettaglio, ci sembra verosimile, ci affascina, ci permette di sognare, in fondo, anche solo una piccola parte nel grande spettacolo di quell’universo.



[Fonte: Il Fosso di Helm]

18 novembre 2012 alle 18:58

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