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Comprai in sconto questo titolo 4 anni fa. Decisi di provarlo solo alcuni mesi dopo l’acquisto ma dopo poche ore lo lasciai stare. Fino ad oggi.
Dopo l’uscita del seguito e delle buone recensioni che lessi, mi sono deciso di riprenderlo e ricominciarlo, conscio del fatto che stavo per cominciare un titolo dalle meccaniche particolari. Così ho ricominciato l’avventura di Henry, figlio del fabbro del regno Boemo, nell’anno del Signore 1403. Ho ripercorso tutti i passi che feci 4 anni prima, fino ad arrivare al nodo critico: i combattimenti. Se negli altri rpg bene o male il protagonista riesce a sfangarla negli scontri, qui la cosa è decisamente diversa. Henry non sa tenere una spada dritta, non sa tirare con l’arco e a pugni è minaccioso come un bambino che fa i capricci. Questa cosa fa capire subito che il sistema di combattimento è alquanto originale. Se aggiungiamo il fatto che dopo appena un’ora di gioco ci troviamo ad affrontare nemici completamente corazzati, armati di tutto punto e letali, l’unica cosa sensata che ci verrà in mente sarà quella di scappare più forte che si riesce.
Ciò cambia totalmente l’approccio che si è sempre usato in questo genere di giochi ma è anche la cosa che rende questo titolo unico.
Superato il “trauma” iniziale che ci spiazza, piano piano si inizia a capire che si tratta comunque di un rpg e che sfrutta le stesse meccaniche del genere, solo un po’ mascherate.
In fondo Warhorse questo voleva: farci vivere l’esperienza dal punto di vista del figlio di un fabbro medievale, un ragazzo con zero esperienza bellica e abituato a fare solo scazzottate con gli amici in taverna. Ragazzo che lentamente apprende le basi del combattimento e che solo dopo ore (letteralmente) di pratica riesce a destreggiarsi in uno scontro. Alla fine, una volta capito il funzionamento e fatta la dovuta pratica, diventa abbastanza facile usare la spada e difendersi in uno scontro. Stessa cosa per l’arco. È uno strumento nuovo e come tale dobbiamo imparare ad usarlo, per rendere abbastanza realistica questa cosa gli sviluppatori hanno modificato il classico sistema di mira, togliendoci ogni riferimento visivo (mirino) obbligandoci a crearceli noi i riferimenti. Questo ha generato diverse polemiche tra gli utenti, ma alla fine la decisione di Warhorse la condivido, rende l’esperienza più realistica ed immersiva.
Superato l’enorme scoglio delle botte, il resto è più o meno simile a tutti gli altri rpg, compreso il farming e vari escamotage per rompere il gioco a nostro favore (vero mercanti, che comprate le nostre pozioni??) aprendoci il gioco ad un’esperienza meravigliosa e unica come non capita spesso. L’ambientazione è resa molto bene, i giochi di luce e la palette cromatica riescono a regalarci scorci stupendi, unito allo stile degli edifici che in certi casi ci farà sembrare di essere realmente dentro un castello o dentro una chiesa dell’epoca.
Il comparto sonoro mi ha stupito per quanto coinvolgente fosse. Quando ci avventureremo dentro un bosco (per cacciare selvaggina, raccogliere erbe o trucidare qualche cumano) saremo avvolti da diversi suoni che ci accompagneranno, senza risultare troppo invasivi o ridondanti. Saremo comunque in grado di sentire eventuali nemici parlare o inveirci contro prima di caricarci.
Il doppiaggio mi è parso di buona fattura, niente di eccelso ma ho sentito decisamente di peggio. Stona un po’ il fatto di trovarci in Boemia e sentire i personaggi parlare con un marcatissimo accento inglese, ma alla fine ci si abitua e ci si ride un po’ su!
Purtroppo però, su console, il gioco non è esente da difetti, anzi…
Kingdom come soffre di terribili pecche tecniche come texture di bassissima risoluzione anche se siamo a pochi passi da un oggetto. Effetti pop-up marcatissimi che verranno accentuati quando galoppiamo a cavallo (ci sconteremo contro persone invisibili che appariranno qualche secondo dopo, alcuni npc compariranno in T-pose, altri verranno caricati a pezzi e così via) rallentamenti nel caricare texture o parti di gioco, specialmente nei filmati dove vedremo i personaggi senza texture o addirittura senza pezzi dell equipaggiamento e che verranno caricati completamente quasi a metà filmato (o in alcuni casi nemmeno, se la cutscene è breve)
Ho riscontrato diversi freeze durante il gioco che mi hanno obbligato a riavviarlo, perdendo in alcuni casi molti progressi che avevo fatto. L’intelligenza artificiale alle volte non si dimostra tanto intelligente e così via…
Tra i difetti inserisco anche il sistema di salvataggio, alquanto anacronistico nel 2018 (anno in cui uscì il gioco) che prevede di salvare la partita in punti predeterminati (non sempre così scontati) o salvando manualmente utilizzando una pozione. Agli inizi ciò detterà abbastanza il ritmo di gioco, mentre dopo alcune ore saremo in grado di creare noi stessi la pozione per il salvataggio facilitando un po’ la faccenda.
Se non ci fosse una solida componente narrativa e un’altrettanta solida immersività, dubito che Kingdom come avrebbe ottenuto buone valutazioni, considerando i grandi difetti tecnici ma siccome quelle due componenti ci sono, bastano per perdonargli le pecche e farlo apprezzare per l’ottimo titolo che si dimostra e che gli sviluppatori hanno voluto creare.
Voto assegnato da Riky60
Media utenti: 9.5
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