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DOOM – Multiplayer Closed Beta – Hands-On

Lo scorso 4 aprile si è chiusa la Closed Beta per il Multiplayer di DOOM. Dopo intense e prolungate sessioni in cui abbiamo finalmente avuto un assaggio dell'ultima fatica iD Software, eccoci pronti con le nostre impressioni su un prodotto che si è dimostrato, pad alla mano, massiccio. Delle sei modalità che saranno incluse nella release finale, due erano quelle disponibili, Deathmatch a Squadre e Via della Guerra sulle due mappe Infernale e Altoforno. Per ciò che concerne la struttura delle modalità provate, possiamo confermare quanto già scritto in sede di anteprima.





LA MORTE SCORRE POSSENTE
ll Deathmatch a squadre consiste, come è lecito aspettarsi, in uno scontro a squadre in cui vincerà il team che avrà realizzato più uccisioni ottenendo, quindi, più punti allo scadere della partita. Sarà possibile conquistare una runa demoniaca che attiverà la trasformazione in demone per un minuto, acquisendo così dei poteri demoniaci che ci faciliteranno oltremodo nell'eliminazione degli avversari e generando un'evidente vantaggio per la nostra squadra. Ad ogni uccisione corrisponderà un punto e si qualificherà vincitrice la squadra che avrà totalizzato più punti allo scadere del conto alla rovescia. Nel Sentiero di Guerra l'obiettivo sarà quello di ottenere il controllo di una zona di conquista che verrà visualizzata su mappa. Non si tratta però non di una zona statica ma dinamica in continuo spostamento lungo un sentiero definito. Come aggiunta gradita, sarà presente fin da subito su mappa una runa demoniaca che sarà sempre collocata dalla parte opposta rispetto alla zona di cui ottenere il controllo. Ciò genera interessanti varianti nelle strategie da adottare sia per impedire alla squadra rivale di raggiungere la zona da controllare e sia per cercare di raggiungere la runa capace di conferire poteri demoniaci tali da poter squilibrare il potenziale bellico delle forze in campo. Anche in questo caso, saranno presenti un counter di punti da raggiungere (la squadra che raggiungerà per prima i punti richiesti vincerà insidacabilmente la partita) e un countdown allo scadere del quale, se nessuna squadra avesse ottenuto il quorum richiesto, verrà nominato vincitore il team che avrà totalizzato più punti.



In DOOM restare vivi è difficile. Ed è dannatamente divertente!
Sappiamo che in DOOM esistono quattro tipologie di demoni in cui trasformarsi. Nella nostra prova, l'unico disponibile era un demone di tipo Revenant, uno scheletro ricoperto da una struttura muscolare putrefatta a vista ed armato di una corazza con due lanciarazzi sulle spalle ed un jetpack. Possiamo affermare che la trasformazione in Demone si sente ed ha il suo peso all'interno della partita ma nemmeno così sarà al sicuro: per quanto in quel minuto saremo decisamente più potenti degli altri giocatori, comunque saremo soggetti ai colpi nemici con la barra della salute e della corazza che si deterioreranno ogni volta in cui un avversario porterà a segno un colpo su di noi. Di contro, la combinazione jetpack e lanciarazzi ci permetterà di essere più veloci e portare a segno attacchi devastanti. Se saremo uccisi mentre siamo in modalità Demone, con la nostra morte rilasceremo sul campo la runa che potrà a quel punto essere conquistata da un membro della nostra squadra o della squadra avversaria. Per ciò che concerne la personalizzazione del nostro avatar, avremo a disposizione tre slot da implementare con le abilità che sceglieremo e che andranno ad affiancare l'abilità di default che sarà propria della classe che sceglieremo (Assalto, Cecchino ed Imboscata). La personalizzazione del nostro alter ego digitale definirà un diverso approccio al gioco garantendo una buona varietà nelle possibilità e la definizione di un proprio stile con le specializzazioni del caso.



L'intervallo di tempo pensiero/azione è praticamente azzerato
Il gioco in multiplayer è frenetico, l'intervallo di tempo pensiero/azione è praticamente azzerato e dovrete correre di continuo, costantemente esposti al fuoco nemico e, contemporaneamente, portatori di una pioggia di fuoco su quest'ultimo. Solo Sei le armi presenti: due armi al plasma (di cui una capace di sparare raffiche veloci mentre l'altra colpi più lenti ma più potenti), un fucile a pompa, una doppietta, un lanciarazzi ed un fucile da cecchino. A queste si affiancano un teletrasporto personale (che, una volta collocato, permetterà al giocatore di teletrasportarsi in quel punto dopo il lancio) e una granata a frammentazione. Ogni arma ha una funzione secondaria e, se per alcune si tratta di un semplice zoom, per altre comporterà l'elettrizzazione di una zona, far esplodere un missile appena lanciato o emettere delle più potenti sfere al plasma. Assente il tasto della corsa: in DOOM tutti si muoveranno correndo e la frenesia è la condicio sine qua non. Uccidendo un nemico, oltre a portare a segno un punto che si aggiungerà al counter complessivo della squadra, potremo recuperare un item corazza che, appunto, rigenererà la nostra armatura.




In DOOM restare vivi è difficile. Il gioco si fonda sulla necessità di muoversi costantemente. Restare fermi in un punto sperando di essere al riparto, significherà morte certa. Avanzare nella mappa alla ricerca di nemici significa gettarsi in una mischia impressionante. Ed è dannatamente divertente. Tutto scorre liscio, le partite non soffrono mai di lag ed il motore grafico svolge un lavoro encomiabile gestendo con naturalezza e possenza quei 60 frame al secondo il raggiungimento dei quali era per iD Software un fattore necessario al gameplay. E adesso ne comprendiamo i motivi. Dopo questa Beta chiusa di pochi giorni, definire DOOM è un eufemismo perché il gioco si mostra semplicemente per quello che è: granitico! Non ci resta quindi che aspettare l'uscita il 13 maggio. Ormai appare sempre più evidente che DOOM sarà un pezzo da novanta, a meno di qualche scivolone sul rush finale, ma la cosa è davvero improbabile.



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7 aprile 2016 alle 15:21

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