Doom - recensione
Qualche mese fa Bethesda ha sorpreso tutti con l'uscita di Wolfenstein: The New Order, un gradito ritorno dal passato in cui convivevano elementi tipici degli FPS anni '90 con una realizzazione tecnica al passo con i tempi. Wolfenstein ha convinto non solo per la trama eccellente e ben narrata, ma anche per un gameplay vecchio stile a base di medikit e pacchetti di munizioni, soluzioni immediatamente riconducibili agli esponenti storici del genere.
L'ottima accoglienza riservata a Wolfenstein da critica e pubblico ha evidentemente convinto Bethesda a proseguire lungo questa strada, proponendo un nuovo episodio di Doom in grado di recuperare tutti gli elementi che hanno permesso a questa serie leggendaria di entrare nella storia dei videogiochi.
Il nuovo Doom è veloce, frenetico e a tratti disturbante. Mentre il giocatore esplora a velocità incredibile la colonia su Marte invasa dalla progenie dell'Inferno, viene costantemente aggredito da immagini nate dall'incontro perverso tra carne, metallo, sangue e odio, in un cocktail perfetto per mettere in scena veri e propri stermini di massa.
