Resident Evil 7 VR – Hands-On Milan Games Week
Ammettetelo: che siate o meno degli appassionati del brand Resident Evil, al momento dell'annuncio del settimo capitolo ufficiale della serie (avvenuto dal palco della conferenza Sony durante lo scorso E3) avete fatto tutti una smorfia di disapprovazione; se poi, quella notte, avete anche scaricato la prima demo “Beginning hour”, rilasciata praticamente in contemporanea con il reveal losangelino, conoscerete benissimo il disorientamento causato dallo stravolgimento assoluto in termini iconografici e meccanici proposto dal primo assaggio di Resident Evil 7 rispetto ai canoni che abbiamo conosciuto per vent'anni.
Non è stato tanto il fattore novità a destare sospetto, anche perché dopo le catastrofi in scala planetaria raccontate nel sesto (comunque divertentissimo) episodio, sinceramente credo fosse doveroso riordinare le idee e architettare qualche sorpresa. Il vero elemento contraddittorio in questa reinvenzione è stata, apparentemente, l'assenza di originalità: chiunque poteva scorgere nella demo elementi presi di peso da serie come Amnesia, Outlast o tanti altri esponenti di questa nuova ondata di survival horror in soggettiva dove spesso si vestono i panni di personaggi disarmati da portare in salvo con dinamiche stealth, evitando in toto di imbattersi di petto nei pericoli. Anche l'universo estetico di riferimento è chiarissimo: abbiamo a che fare in maniera palese con “The Texas Chainsaw Massacre”, film del 1974 che in anni recenti ha subito rivisitazioni e remake più o meno indovinati. Ci sono i piccoli agglomerati urbani rurali americani, persi in pianure desolate; c'è la famiglia di invasati di turno; ci sono i disgustosi interni di casupole e officine fatiscenti, dove vengono consumate le più efferate follie. Il tutto è poi stranamente ibridato con P.T., il pazzesco playable teaser del mai troppo compianto Silent Hills, progetto della coppia Kojima – Del Toro ormai arenato da tempo. In questo pot-pourri un po' disarmante, un elemento fondamentale (e, prima del lancio sul mercato di PlayStation VR, difficilmente valutabile) continuava ad accompagnare questa produzione come un fantasma discreto, un concetto racchiuso in una frase di sole quattro parole: “completamente giocabile in VR”.
Chiunque poteva scorgere nella demo elementi presi di peso da serie come Amnesia
Alla Milan Games Week, Resident Evil 7 ha mostrato la sua vera natura a chi lo ha finalmente provato indossando il visore di casa Sony. La nuova demo “Lantern” continua la curiosa tradizione che vede Capcom centellinare brandelli di anteprime del suo nuovo titolo, mediante piccoli episodi apparentemente senza soluzione di continuità e che quasi sicuramente non compariranno nel prodotto finale. In questa occasione, una componente della famiglia Baker ci darà la caccia nel cuore della notte, impugnando una lanterna ad olio, lungo bui corridoi di una catapecchia in legno; per sfuggire alla sua vista dovremo nasconderci dietro alla traballante mobilia e raggiungere una veranda, dove oltre a realizzare di essere circondati da una boscaglia impenetrabile, troveremo un oggetto che ci permetterà di individuare una intercapedine in un muro: la sperata via di fuga ci consegnerà però direttamente nelle mani dei Baker, che in chiusura della demo ci faranno accomodare… a tavola con loro (in una “citazione copia carbone” del già nominato Non aprite quella porta). Le dinamiche di gioco, per quanto visto finora in varie versioni dimostrative, sono molto semplicistiche; vivendo l'avventura con PlayStation VR, però, ecco sopraggiungere l'elemento che riscrive totalmente l'esperienza: la capacità di “sbirciare”. Solo una volta all'interno della realtà virtuale riusciamo a cogliere quanto l'ambientazione sia stata concepita con cura: nel nostro nasconderci, compiremo movimenti della testa e degli occhi per individuare la presenza della nostra carnefice cercando di non farci scoprire, e questo con una naturalezza francamente sorprendente.
Alla Milan Games Week, Resident Evil 7 ha mostrato la sua vera natura
La casupola diroccata è letteralmente tempestata di ogni espediente che possa attrarre la nostra curiosità per verificare le minacce incombenti: ecco che quindi assi lignee inchiodate alla buona (quindi con diverse fessure tra le stesse), piccoli fori nei muri, persiane di finestre diventano letteralmente vitali per la nostra salvezza, e con grande timore (ma grandissima resa in termini esperienziali) cercheremo il più possibile di avvicinarvi il nostro viso affinché i nostri occhi possano leggere cosa si nasconde a un passo da noi. Per non parlare della sensazione di genuina claustrofobia che ci assale nell'infilarci nell'intercapedine tra due muri, scorta in seguito alla soluzione di un enigma ambientale. Questo tipo di coinvolgimento non è assolutamente raggiungibile con la visualizzazione su schermi tradizionali, proprio perché è impossibile replicare quella sensazione speciale di “essere davvero lì”, data anche e soprattutto dalla possibilità di relazionarsi all'ambiente mediante i movimenti del nostro corpo, che ci immergono in una suggestione del tutto diversa e nuova. Signori, con molta probabilità siamo davanti alla prima grande produzione concepita interamente per la fruizione in VR. Come accadde con Resident Evil 4, seppure stavolta con una visione registica di un calibro certamente inferiore, è possibile che questo nuovo capitolo del marchio Capcom possa di nuovo “fare scuola”, ridisegnando i contorni di un intero genere. Il progetto è davvero ambizioso: non si tratta di un piccolo test, di uno spin-off, di una porzione VR ritagliata dal “gioco base”, né di un “Resident Evil VR edition”; il fatto che abbiamo a che fare con un capitolo ufficiale, con tanto di “7” apposto al titolo quasi a ribadire l'importanza delle iterazioni principali del brand ventennale, dimostra la volontà di fornire un'esperienza realmente di nuova generazione. Perché senza VR il gioco potrà pure essere renderizzato in 4K, ma questo testimonia come i numeri, a volte, siano insignificanti; senza VR sarà come non giocarlo. Sony, se ci stai leggendo, ti ricordiamo che sei proprietaria del brand “Siren”. Sight-jack. In VR. C'è bisogno di aggiungere altro?
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