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La Turchia contro i videogiochi: ecco la lista nera dei titoli “islamofobi”

Nelle scorse ore, ha fatto notizia la decisione del governo turco di bandire la teoria dell'evoluzionismo di Darwin dalle scuole. Le follie “made in Turchia” però non finiscono qui: attraverso tutta una serie di iniziative, si cercherà di plasmare una nuova “gioventù religiosa”.



Quella di cui discuteremo in particolare, essendo un sito dedicato ai videogiochi, è legata alle accuse mosse verso alcuni titoli: infatti, secondo il ministero della Gioventù e dello Sport, alcuni videogiochi sarebbero colpevoli di alimentare l'odio verso l'Islam e i musulmani, trattando senza rispetto simboli sacri della loro religione.



Sono già 19 i titoli finiti nella “lista nera” del governo turco: cominciando, inevitabilmente, da quelli appartenenti al franchise di Call of Duty, in particolare con Modern Warfare 2, colpevole di aver fatto apparire un'iscrizione in arabo contenente le parole del Profeta Muhammad in un bagno fatiscente, rimossa poi da Activision nel 2012.



A finire sotto le accuse anche Guitar Hero III: Legends of Rock (colpevole di far apparire il nome di Allah in arabo in un livello, nel quale il personaggio canta e balla) Resident Evil (in cui, in una scena, il Corano veniva lasciato sul pavimento) e Tekken Tag Tournament 2 (poi sistemato con una patch correttiva nel 2012 per rimuovere la parola Allah presente sul pavimento di un livello).



Ma quello che ci appare davvero al limite della follia (e che non ce ne vogliatene, ma ci ha strappato qualche grassa risata NdG) è la condanna al leggendario Pac-Man. Secondo il ministero, i fantasmini presenti nel gioco rappresenterebbero le donne musulmane con il velo e sotto il videogioco ci sarebbe una sottile metafora: mangiare i nemici infatti corrisponderebbe a collezionare donne musulmane. Per fortuna il gioco è poi stato rimosso dalla lista nera, con il governo che evidentemente ha rivisto le proprie convinzioni.



Il capo del ministero dell'Educazione, Cultura e Ricerca, Huzeyfe Yilmaz, ha portato la questione in parlamento, accusando i videogiochi di essere un “materiale pericoloso“, la cui vendita in Turchia dovrebbe subire restrizioni. Lo stesso Yilmaz ha rilasciato un'intervista al portale Hurryet, di cui vi riportiamo le parole:



L'obiettivo (di molti videogiochi) è di dare alle persone una percezione negativa dell'Islam. I giochi digitali sono usati come strumento per diffondere l'islamofobia. Spesso il giocatore viene messo nei panni di un soldato e ottiene punti uccidendo musulmani, che vengono rappresentati come terroristi. L'obiettivo principale è quello di creare ostilità verso l'Islam.

Continua la lettura su www.playstationbit.com

27 giugno 2017 alle 20:51

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