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Game Of Thrones, l'inverno è arrivato e questa volta è più pungente che mai

L'attesa è stata dura e snervante ma finalmente, un anno dopo la trasmissione dell'ultimo episodio di Game Of Thrones, la serie più cool degli ultimi anni fa ritorno in tv. Dal 16 luglio in America su HBO e dal 17 qui in Italia su SKY, prende vita il canto del cigno della saga ambientata fra i 7 Regni di Westeros. Il fantasy drama ispirato ai romanzi di George R. R. Martin comincia scrivere la parola fine all'eterna lotta per la conquista del Trono di Spade, infatti la stagione che è appena cominciata (che sarà composta da 7 episodi), delinea il destino dei nostri protagonisti preferiti quelli che, fino ad ora, sono sopravvissuti alla mattanza e alle guerre che hanno animato le annate precedenti. L'hype per il ritorno di Game of Thrones pareva essersi esaurito (a causa di un'offerta televisiva quasi sconfinata), invece l'episodio che è stato trasmesso negli Usa domenica notte, ha tolto ogni dubbio: la serie è ancora capace di emozionare ed ha ancora il potere di pennellare una vicenda in bilico fra dramma di formazione ed epopea cavalleresca. Dopo 7 anni e più di 60 episodi all'attivo, è quasi impensabile che una serie possa mantenere intatto il suo appeal, invece Game Of Thrones riesce dove altri hanno fallito e ancora la produzione televisiva più rappresentativa della nostra realtà.



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Una stagione 7 che si apre con nuovi punti di domanda, con tanti dubbi e poche certezze, ma la narrazione è così spedita, il ritmo del racconto è così incalzante, che anche i momenti più autocelebrativi, sono una vera gioia per gli occhi ed il cuore. Game Of Thrones quindi con Dragonstone, si distanza definitivamente dai romanzi di riferimento, e a quanto pare, compie il salto di qualità definitivo. Quali sono i motivi di questa affermazione? Li spiegano qui di seguito.
Sunto della season premiere, occhio agli spoiler



Senza scendere nei dettagli, il primo episodio di Games Of Thrones sembra essere un lungo spiegone, un incipit che interagisce con lo stesso spettatore, quasi a voler delineare il nuovo percorso narrativo. Al centro della vicenda c'è la minaccia degli Estrani che, a grande falcate, si stanno avvicinando alla Grande Barriera. Jon Snow con la vicinanza di Sansa cerca di prepararsi al peggio, armando i Bruti ed i Guardiani alla prospettiva di una lotta all'ultimo sangue. E mentre Cersei comincia a capire che il predominio dei Lannnister sta per terminare, l'ingresso di Euron Greyjoy sembra essere necessario, alla Cittadella Sam scopre qualcosa di fondamentale in merito al Vetro di Drago. Di grande impatto infine l'entrata in scena di Daenerys che si prepara all'attacco definitivo.
Un dramma cavalleresco che ritrova il suo equilibrio



La narrazione in Game Of Thrones è sempre stata molto complessa, quasi indefinibile, con tempi e modi dilatati e fin troppo artefatti. E quindi nel cercare di trasformare in immagini ciò che George R.R. Martin aveva realizzato nella sua saga letteraria, la release non sempre era impeccabile. In sei stagioni si sono raccontate molte battaglie, ci sono stati colpi di scena che hanno fatto soffrire, si è perso il conto dei patti scellerati e delle storie d'amore finite in tragedia, eppure nonostante tutto, pareva che mancava qualcosa, come se il puzzle non fosse mai completo. Dragonstone ha compiuto un'impresa impossibile. Mantenendo intatto il suo inconfondibile stile narrativo, la serie della HBO si libera da una struttura che cominciava a stargli stretta e, finalmente, riesce a regalare al grande pubblico una particolarità che fino ad ora mancava: ovvero l'intrattenimento, quello impegnato, quello che seduce, quello che emoziona. E così la saga cavalleresca, forse anche per pura esigenza di copione, trova il suo equilibrio, trova il modo di compiere un balzo e completare il quadro degli eventi. È un quadro ancora in costruzione ma gli elementi fondamentali ci sono tutti. La parola fine viene scandita con calma e parsimonia, e si nota che ormai si stanno concretizzando le ultime alleanze in vista di una battaglia finale tempestosa che cambierà di nuovo le carte in tavola.



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“Shall we begin?” 



Questa nuova direzione la si nota da due particolari: da Jon Snow che si prepara alla battaglia più violenta della sua intera esistenza e dal fatto che la Madre dei Draghi, finalmente, ha solcato i mari e con un far deciso arriva alla Roccia del Drago, avamposto in cui i suoi antenati secoli prima partirono alla volta di Westeros. E' un cerchio si chiude, un evento di vitale importanza, che fa calare il sipario su alleanze poco fortuite e sogni di gloria. Gli schieramenti si stanno formando: da una parte c'è il regno del Nord che si deve difendere dalla minaccia degli Estranei, dall'altra parte ci sono i Lannister che sperano di rigovernare i regni grazie all'aiuto dei Greyjoy e poi ci sono i Targaryen che affinano le armi per l'attacco definitivo, per la sortita che cambierà de finitamente il volto di Westeros.



Al netto delle aspettative, il ritorno di Game Of Thrones, stupisce come un violento pugno nello stomaco. L'inverno è arrivato e si preannuncia più freddo e tetro che mai.



L'articolo Game Of Thrones, l'inverno è arrivato e questa volta è più pungente che mai è estratto da GamesVillage.it.

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18 luglio 2017 alle 14:40

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Si va bene ma io voglio leggere prima l'ultimo libro, sta lì la vera storia del trono di spade, quando esce sto benedetto libro? Martin mi sta facendo girare le scatole!😠

 

non seguo la serie tv perchè non rappresenta ciò che nei libri martin ha scritto... quindi per me se la possono tenere sta serie tv.. io voglio i LIBRI.

 

La serie televisiva è spettacolare, la regia è eccelsa e gli attori azzeccati e superlativi, qua il problema non è la serie tv che non è facile da dirigere essendo la storia particolarmente articolata, il problema è l'autore che non fa uscire il libro nonostante sia sicuramente terminato in quanto la serie tv è più avanti delle vicende dell'ultimo libro uscito e si giustifica dicendo che rimanda l'uscita perchè vuole far uscire un buon prodotto per non deluderci, a me pare che ci sta prendendo per i fondelli perchè se il prodotto non fosse finito nemmenoi l regista può andare avanti cosa che invece sta facendo alla faccia dei lettori che ancora aspettano!

 

la storia doveva essere già terminata tempo fa.. perchè era una triologia.. poi allungata a 5 libri e poi portata a 7... speriamo di leggere la fine prima che schiatti MARTIN.

 

Ahahahahah, spero di no ma anche questo può accadere come già è successo con alcune saghe fantasy lunghissime, per citarne una "La ruota del tempo" composta da 15 libri, gli ultimi 2 o 3 sono stati scritti da un altro autore perchè Robert Jordan è trapassato prima di finirla, stessa cosa per la saga "Malazan dei Caduti", 10 libri, gli ultimi 2 scritti da un altro autore per lo stesso motivo! Di questo passo anche le Cronache del ghiaccio e del fuoco faranno la stessa fine!