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Resident Evil 7: Not a Hero - recensione

Resident Evil 7 è uno dei tre migliori giochi dell'anno, almeno per chi vi sta scrivendo in questo momento. Con questo capitolo Capcom è riuscita a rivoluzionare una saga che stava lentamente ammuffendo, infilando nell'avventura di Ethan Winters tutti gli elementi che avevano reso celebri i primi episodi. Come se non bastasse, è stata in grado di regalarci un'esperienza horror mai provata fino ad ora grazie al supporto VR. Potete dire quello che vi pare, osteggiare in tutti i modi possibili il visore per la realtà virtuale griffato PlayStation, ma vi sfido a giocare RE7 per 15 minuti con quel caschetto in testa e a non restare letteralmente a bocca aperta.



Detto questo, senza voler fare pericolosi spoiler per quei pochi che non l'hanno ancora giocata, l'avventura principale si concludeva in modo aperto con l'apparizione di un protagonista storico: Chris Redfield. Da quel momento si è scatenato il putiferio e i fan hanno tempestato di domande gli sviluppatori. Perché Chris non ha più la faccia (e i muscoli) del Chris che ricordavamo? Perché ora lavora per la Umbrella, che tra l'altro doveva ormai essere solo un lontano ricordo? E soprattutto, che collegamento c'è tra il "vecchio" Redfield e la famiglia Baker?



Ovviamente non siamo qui per dare un'opinione riguardante la prima domanda, se n'è già parlato abbondantemente su forum e blog di tutto il mondo. La seconda trova una risposta nei primi minuti di questo DLC e lasciamo a voi il gusto di scoprirla. Per quanto riguarda la terza, invece, dovrete andare un po' più a fondo alla cosa e indossare ancora una volta i panni dell'ex-agente S.T.A.R.S./B.S.A.A. più amato di sempre.

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15 dicembre 2017 alle 10:10