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In Nintendo, Bayonetta ha trovato il suo più improbabile salvatore - articolo

Qual è il miglior titolo dei PlatinumGames da avere a tutti i costi? La mia preferenza cambia costantemente: alcune volte direi il perfetto shooter in terza persona Vanquish, altre volte potrebbe essere l'oltraggioso ed eccentrico Wonderful 101. Ma quando si parla della pura espressione dell'ingegnoso studio di Osaka, c'è solo una risposta possibile. Ed è il brillante Bayonetta, ovviamente.



Con tutte le stranezze che ci sono là fuori, c'è un gioco in cui si vestono i panni di una strega coi tacchi a spillo che brandisce pistole, e i cui capelli si trasformano magicamente in creature cattura-demoni. Bayonetta inizialmente rappresentava una delle offerte più schiette di PlatinumGames, e costituiva il primo di una serie di titoli frutto della collaborazione tra lo studio e Sega, distinguendosi insieme allo scanzonato MadWorld che a quel tempo dettava legge su Wii.



Entrambi i giochi sono degli eccentrici esercizi di stile, ma nella travolgente follia di Bayonetta c'era qualcosa di familiare, un chiaro e lineare collegamento con Devil May Cry, il gioco che ha consolidato la reputazione del suo ideatore, Hideki Kamiya. L'asso vincente di Bayonetta è stato prendere quella formula e rifinirla spingendola verso limiti estremi e inimmaginabili. Si può dire che Bayonetta stia a Devil May Cry come Super Mario Galaxy sta a Super Mario 64: un esercizio di audace creatività, il tutto veicolato da una pistola custodita negli stivali. È un'opera servita con estrema cura dei dettagli e una delizia che lascia veramente senza respiro, a volte per i suoi altissimi ritmi.

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20 aprile 2018 alle 10:40