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Dietro al videogioco: la storia di CD Projekt - articolo

Prima della caduta del muro di Berlino, il mondo era ancora diviso tra il blocco occidentale e quello orientale: se da un lato del confine i videogiochi si stavano ritagliando un posto in pianta stabile nella cultura di massa attraverso la nascita delle sale giochi e le prime console dedicate, dall'altra parte la situazione era ben diversa. A Varsavia, ad esempio, esisteva una fitta community di appassionati costretta a muoversi nel mercato underground, ben lontano dalle luci del Castello Reale, scambiandosi copie pirata dei titoli del momento all'ombra di un regime sovietico intrinsecamente avverso alla cultura dell'intrattenimento.



Con il crollo dell'U.R.S.S., l'industria trovò il suo punto di sbocco nei cosiddetti 'grey markets', piccole fiere non regolamentate che sorgevano durante i fine settimana sull'asfalto dei parcheggi cittadini; per la prima volta, iniziavano a prendere forma oltre il muro veri e propri rivenditori di cassette, floppy disk e CD ROM, tutti rigorosamente contraffatti. Del resto, il sistema legislativo era nel caos, e non esisteva ancora alcuna forma di tutela per il copyright del software.



Quando finalmente, attorno al 1993, la normativa fu redatta, due giovanissimi appassionati decisero che era giunto il momento di mettersi in regola, abbandonando il mercato nero dei "tapes" per Commodore 64 e ZX Spectrum nell'epoca in cui Cyberpunk non era altro che un gioco di ruolo da tavolo edito da R. Talsorian Games.



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16 marzo 2019 alle 12:40