YamaYama – Recensione
Videogiocare in compagnia è sempre bello e non a caso uno dei generi su cui si punta maggiormente oggi rispetto al passato è il party, basti pensare all'appassionante Frantics e agli altri titoli PlayLink, o al bizzarro Oh My Godheads. Tuttavia non sempre i giochi di questo genere riescono a centrare il bersaglio, o peggio, non sanno tenere compagnia. Questo è il caso di YamaYama, un titolo senza pretese e assolutamente da dimenticare. Scopriamo perché.

Che ci faccio qui?
In YamaYama controlleremo fino a sei inquietanti esseri e combatteremo nell'arena chiamata, appunto, YamaYama. L'apparente scopo è quello di fare colpo – non si sa perché – sugli dei facciapiatta del Sottouniverso, degli individui ancor più disturbanti, sbaragliando tutti gli avversari nelle sessioni di gioco. E basta, nulla di più. Certo, in un party game non ci si aspetta di trovare una vera e propria storia, tuttavia una motivazione, qualcosa che dia un senso, seppur minimo, a tutto ciò che stiamo facendo, non avrebbe guastato.
YamaYama dice no, fionda i giocatori nello spartanissimo menù senza fare il minimo accenno a qualsivoglia background o a perché sia tutto così tanto caotico. Nulla è contestualizzato, neppure il terribile strumento di cui dispongono i sei animali (o mostruosità) per combattere, ossia un costume gonfiabile. Meglio non farsi domande.

Ehi, c'è nessuno?
Il lato tecnico dei party game solitamente non è mai complicato, al fine di essere divertente da giocare per qualsiasi tipo di giocatore, dall'hardcore all'occasionale. YamaYama interpreta però male il concetto di fruibilità, rendendo il gioco fin troppo facile. Vi sono ben ventitré modalità di gioco, dalla cattura di un'area fino a spingere i propri avversari nella lava o contro l'elettricità, davvero tante da elencare. L'importante è sapere, però, che si giocano tutte allo stesso modo; basta respingere con X i nemici con il FatSuit (il costume gonfiabile) ed eventualmente servirsi del tasto Quadrato per schivare o aumentare la velocità per un breve tempo. Perfezionato il timing, nulla potrà più fermarvi.
Tutti i minigiochi partono dandoci un piccolo vantaggio quando giocheremo offline; ad esempio nell'incontro Yes, it's a Platypus, la testa dell'ornitorinco, che funge da bandiera da tenere per il maggior tempo possibile, apparirà sempre vicinissima alla nostra posizione iniziale. L'intelligenza artificiale non è delle migliori nonostante, a detta degli sviluppatori, la difficoltà si adatti alla nostra bravura… vinceremo sempre gli incontri con vantaggi schiaccianti.
