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Un giovane di 16 anni si suicida dopo aver ricevuto il divieto di giocare a PUBG

PUBG (specialmente la sua versione mobile) è molto popolare in Asia, conta infatti circa 30 milioni di giocatori. Purtroppo però, anche oggi siamo qui a parlarvi dell'ennesima morte legata al gioco.



Come riporta Dexerto, un ragazzino di soli 16 anni residente nell'Hyderabad (India del Sud) si è suicidato dopo aver ricevuto il divieto da parte dei genitori di giocare a PUBG. Secondo le fonti locali, il ragazzo era diventato dipendente dal battle royale ed arrivava a trascurare studio e vita sociale per dedicarsi ad esso. Questa vicenda non ha fatto altro altro che alimentare l'acceso dibattito sulla dipendenza da videogiochi in corso nel paese, il padre del ragazzo ha infatti chiesto a gran voce il ban (come già è accaduto in alcune regioni dell'India) del videogioco.



Come abbiamo già affermato in passato, è sicuramente vero che il medium videoludico può essere dannoso se utilizzato da soggetti a rischio (ed in maniera errata), tuttavia non si può puntare il dito sul gioco, sarebbe più utile sorvegliare il proprio figlio durante l'uso del medium ed in generale adottare politiche di buon senso. Naturalmente non ci permettiamo di commentare quanto riportato oggi (il nostro era un discorso generale), ed anzi porgiamo le nostre condoglianze alla famiglia.



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8 aprile 2019 alle 14:50

 

Come sempre, è facile dare la colpa a un prodotto d'intrattenimento.
Mi spiace davvero per l'accaduto, ma la colpa qui è sempre di chi ha cresciuto ed educato il ragazzo, quindi i genitori.