Giochi del decennio: Destiny - articolo
Giunti ormai alla fine del decennio e celebrando i titoli che più hanno segnato questi ultimi dieci anni, un'opera del calibro di Destiny, inteso come serie, non poteva certamente mancare all'appello. Tra alti e bassi, in quella che si potrebbe etichettare come una relazione di amore e odio, il brand è riuscito a sopravvivere, perché in fin dei conti è questo che fa, ma non per mancanza assoluta di qualità, quanto per l'incostanza che vede un susseguirsi di contenuti e sviluppi, a volte meritevoli e altre volte deludenti.
Destiny ha rappresentato tante cose in questi anni, in primo luogo segnando un nuovo inizio per Bungie, reduce dalla separazione con Microsoft e l'abbandono di uno dei brand più celebri, nonché una sua creazione, che aveva dolcemente coltivato per oltre dieci anni. In secondo luogo poi, un punto di partenza per una sotto-categoria di videogiochi che negli anni a seguire avrebbe invaso il mercato, e probabilmente Activision non aveva idea di avere tra le mani la gallina dalle uova d'oro. Perché è evidente a tutti, in molti ci hanno provato, da The Division a Anthem, ma l'unico che può dire di essere appunto sopravvissuto per cinque anni, per ora, è il progetto di Bungie.Al terzo punto, infine, arriva la separazione, uno studio di oltre seicento dipendenti, che rinuncia a un publisher importante come Activision, con l'intenzione di ottenere "l'affidamento" del figlioletto.
Però, pur essendo arrivato, quantomeno, a inaugurare il sesto anno di attività, non è mai riuscito ad affermarsi concretamente, se non per la fama del suo nome, questo a causa della totale incostanza dei propri contenuti.

Gatling
Concordo alla grande
Akar
Io continuerò a sperarci. Personalmente riconosco che gli inizi di Destiny non sono stati proprio il massimo, ma preferisco un pessimo inizio a una pessima fine, (vedi Mass Effect)