Call of Duty: doping nei tornei eSport? Il pro-player Killa parla dell'abuso di Adderall
Adam "Killa" Sloss, un noto pro-player di Call of Duty, ha parlato in un'intervista dell'uso di Adderall negli eSports e della frequenza con cui viene abusato durante le competizioni. L'Adderall è un farmaco spesso prescritto dai medici per aiutare a trattare i pazienti con disturbo da deficit di attenzione e iperattività. Purtroppo non è un segreto che gli studenti americani ricorrono a questo farmaco per le lunghe sessioni studio, ma negli ultimi tempi sembra essere diventato anche il farmaco d'eccellenza per coloro che partecipano a tornei eSports.
L'Adderall viene usato dai giocatori per migliorare i tempi di risposta e aumentare la concentrazione. È diventato in pratica un aiuto così noto, che in alcuni campionati di eSport hanno iniziato a fare test per controllare i giocatori. A quanto pare però nei campionati di Call of Duty, sembra che tutto questo passi in secondo piano.
"Nessuno ne parla perché ci sono dentro tutti", ha dichiarato Killa. All'ex campione del mondo di Call of Duty è stato chiesto se l'abuso di Adderall fosse qualcosa che aveva vissuto in prima persona. "Assistito? Sì, molto spesso a dire il vero. Ed è un grosso problema". Killa, noto soprattutto per il suo ruolo nel roster del campionato di Fariko Impact, si è allontanato dai tornei di Call of Duty nel 2019 proprio durante l'arrivo di Modern Warfare, confessando proprio il motivo per cui si è allontanato, ovvero l'abuso di farmaci. È una situazione che è rimasta per anni dietro le quinte ma tuttavia, non è ancora noto come sarà regolato l'uso di Adderall, così come altre sostanze come Vyvanse e Ritalin, in particolare nella Call of Duty League.
