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Life is Strange: True Colors - anteprima

In un'industria relativamente giovane e in costante evoluzione come quella videoludica, è essenziale che ci siano aziende pronte a raccontare storie di ogni genere e tematica. È il caso, ad esempio, della serie The Last of Us di Naughty Dog, titoli dai contenuti talmente maturi e potenti da riuscire rivaleggiare anche coi massimi esponenti del cinema d'autore. È, in effetti, un modo efficace per dare legittimità al nostro medium preferito e per andare a scardinare gli atavici pregiudizi che ritraggono i videogiochi come semplice valvola di sfogo per ragazzini irrequieti.



Lo storytelling ha assunto un ruolo fondamentale in un certo tipo di produzioni odierne e se siamo riusciti a raggiungere alcuni di questi eccellenti risultati, lo dobbiamo anche al lavoro di software house come Dontnod Entertainment. Fin dal lontano 2013, il team parigino è salito agli onori della cronaca per la sua innegabile abilità nella scrittura di universi narrativi credibili e coerenti ma, cosa ancora più rilevante, è anche una delle compagnie più impegnate nella creazione di prodotti ampiamente inclusivi, ideati per veicolare messaggi piuttosto importanti.



Emblematico, in tal senso, è il caso di Life is Strange, il franchise più di successo tra quelli proposti dall'azienda francese. Stiamo parlando, per chi non lo sapesse, di una saga antologica che parte da un concetto comune: affrontare alcuni temi delicati di attualità guardandoli attraverso gli occhi di protagonisti dotati di abilità sovrumane. Si tratta di un espediente geniale per destrutturare alcune problematiche della società moderna, guardarle da una prospettiva totalmente inedita e, infine, riflettere sul mondo che ci circonda.



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18 marzo 2021 alle 19:01