Nerdpool incontra Fiore Manni, Michele Monteleone e Marco Del Forno
Tra le tante uscite dello scorso anno, Una Nuova Camelot è stato un fumetto che ci ha incuriosito e intrattenuto con la sua storia che unisce il mito di Re Artù e l'immaginario tokusatsu. Questo mix ci ha spinto a porre agli autori di Una Nuova Camelot qualche domanda su come sia nata questa idea e su quello che possiamo aspettarci per il futuro di questa saga, giunta al secondo volume. Scopriamo insieme cosa ci hanno raccontato Fiore Manni, Michele Monteleone e Marco Del Forno nell'intervista, avvenuta via mail, che vi proponiamo di seguito.
Ciao a tutti e benvenuti su Nerdpool.it. Voi siete il team creativo dietro a Una Nuova Camelot, fumetto giunto al suo secondo volume. Come è nata la vostra collaborazione?
Michele e Fiore sono sposati e spesso lavorano insieme e firmano diversi progetti a quattro mani. Marco invece è stato reclutato tramite il consiglio di Daniele di Nicuolo, il suo ex docente alla scuola Internazionale di Comics di Torino e ora suo compagno di studio. Per aiutarlo a entrare nel mondo lavorativo del fumetto lo ha messo in contatto con Michele e Fiore. Lo stile di Marco era davvero perfetto per il progetto e, dopo aver fatto alcune prove, essenziali per un progetto ad ampio respiro come questo, abbiamo iniziato subito a lavorare insieme.
Una Nuova Camelot reinterpreta il mito arturiano unendolo all'immaginario tokusatsu. Come è nata e come si è sviluppata quest'idea in termini di design?
Fiore e Michele avevano voglia di creare una storia raccontando il mito arturiano adattandolo a un contesto moderno. Entrambi appassionati di fantascienza, da questo punto di partenza arrivare all'idea di un gruppo di adolescenti che difendono la terra con delle armature è stato facile. A Marco è stata lasciata più liberta possibile: abbiamo tutti e tre gusti molto simili, quindi ci siamo sempre trovati d'accordo su tutto.
Per quanto riguarda i design per Marco è stata la prima volta che si cimentava nella creazione di un “gruppo” e la scelta dell'identificazione cromatica è stata quasi automatica. Sono tantissime le IP che vedono i membri di un team di colori diversi: i Power Rangers, le tartarughe ninja, le guerriere sailor come tantissime altre majokko. Marco ha quindi pensato che fosse un'ottima idea dare a ogni personaggio un colore identificativo, dando un senso di omogeneità usando degli elementi che li accomunasse ovvero l'uso del bianco alla base delle armature e poi l'oro e l'argento.
Dato che Una Nuova Camelot è una reinterpretazione sci-fi di un immaginario medievale, Marco con il suo design ha utilizzato degli elementi ispirati alle armature medievali con elementi che ricordassero componenti cibernetici: i visori al led, dei particolari nelle giunture le stesse armi “laser” alla star wars o – in modo molto specifico – come le armi ancestrali di Breath of the Wild (gioco che tutti e tre gli autori adorano).
Dopo aver raggiunto il design definitivo, Marco ha cercato un elemento che avrebbe potuto contraddistinguere ulteriormente i personaggi, un po' come le bandane delle tartarughe ninja, e ha aggiunto del tessuto a ognuno dei personaggi (la cappa di Shev, il mantello di Arthur etc.)

Version 1.0.0
Il mito arturiano è, forse, quello di cui esistono più versioni al mondo. Vi siete ispirati a uno solo di essi o avete deciso di esplorarne molteplici?
Ci siamo principalmente ispirati a “Il re che fu, il re che sarà” di Terence Hanbury White, lasciandoci aperte molte possibilità per il futuro della serie. Non volevamo limitarci troppo affidandoci a una sola estetica o a un'unica narrazione di un mito che racchiude così tante sfaccettature.
Il primo volume si apre con una visione del futuro. Possiamo presumere che abbiate in mente tutta la storia e quanto durerà?
Assolutamente sì, ma non vi diremo niente per tenervi sulle spine!
Ogni personaggio è unico e ha un proprio colore identificativo. In che modo sono nati e come avete deciso di abbinare ai cavalieri un'arma differente?
Londra è una città multietnica e abbiamo cercato di mantenere viva questa varietà anche nel nostro gruppo di ragazzi. Per rendere i personaggi ancora più reali e credibili, ognuno di loro ha una backstory che si scoprirà durante la storia.
Marco ha fatto uno splendido lavoro riuscendo a rendere le armi in linea con le armature e viceversa. Siamo stati subito tutti e tre d'accordo nel dare a Leo, il “tank” del party, un'ascia bipenne. Per l'arciere invece poteva essere sensato liberare le spalle dal peso del mantello e affidare questo ruolo a Thomas, che porta gli occhiali, perché la vista per lui è molto importante (e sì, il suo casco arriva diretto dall'Eva 02).
Marco è riuscito a impreziosire i design aggiungendo dettagli accattivanti e funzionali: la faretra di Galahad si trova direttamente sull'avambraccio per esempio e il suo arco può diventare anche un'arma corpo a corpo sviluppando delle lame sul dorso.
Il ragionamento più complesso invece lo abbiamo riservato allo spadone di Mordred. C'era parecchia indecisione tra il dargli uno spadone o due spade, e Marco ha proposto: “Perché non tutti e due?”. Risultato: Mordred è l'unico ad avere uno spadone componibile.

Vedremo mai altri grandi momenti del mito arturiano?
Non vogliamo fare spoiler ma sì, scopriremo come Artù e i cavalieri della tavola rotonda riuscirono a ottenere per primi le armature e scopriremo meglio anche i personaggi di Merlin e Morgana.
Vi piacerebbe che Una Nuova Camelot venisse animato o che abbia una sua linea di giocattoli?
A chi non piacciono i soldi? (ridono) Ovviamente scherziamo (fino a un certo punto), ma sì, sarebbe un sogno poter vedere un giorno i nostri quattro ragazzi animati. Per adesso, Una Nuova Camelot sbarcherà presto negli USA, quindi non possiamo far altro che tenere le dita incrociate e sperare che qualche produzione o studio di animazione se ne innamori.
