Carmen Sandiego – Recensione
Dopo il lancio su dispositivi mobili, il videogioco di Carmen Sandiego arriva anche su PlayStation ed è protagonista della nostra recensione. La ladra rossa di Brøderbund, divenuta famosa grazie a una serie animata in onda negli anni Novanta, è pronta a tornare alla ribalta. Preparatevi quindi a un'avventura intorno al mondo.
Dov'è finita Carmen Sandiego?
Se avete almeno una trentina d'anni sulle spalle, avrete probabilmente visto in televisione almeno un episodio di Dov'è finita Carmen Sandiego? Trasmessa ai tempi su Rai 2, la serie è stata recentemente oggetto di un reboot da parte di Netflix, che è già arrivato alla quarta stagione. Al centro della storia niente meno che la titolare Carmen Sandiego, una ladra internazionale originariamente reclutata dalla malvagia associazione V.I.L.E. ma ora dalla parte del bene.
Il reboot vede infatti Carmen Sandiego collaborare con Zack, Capo e Player per sventare le criminose macchinazioni e i furti della banda, in un costante inseguimento tra celebri luoghi del pianeta. Questa è anche la struttura che viene adottata nel videogioco Carmen Sandiego, sviluppato da Gameloft e Harper Collins Productions. Il titolo si propone di accompagnare la serie reboot, richiamandone lo stile e offrendo agli appassionati alcuni casi su cui investigare.
Sotto l'aspetto realizzativo, Gameloft ci ha sempre abituato bene: ecco perché non stupisce la presenza di localizzazione dei testi in italiano, accompagnati da un buon doppiaggio in inglese. Qualsiasi giocatore potrà quindi lanciarsi senza fatica nelle avventure investigative di Carmen Sandiego. Un breve incipit permette inoltre di apprendere le basi della storia, così da calarsi senza fatica nei panni rossi della nostra ladra.

Il gameplay di Carmen Sandiego
Se amate i videogiochi investigativi, con Carmen Sandiego vi sentirete subito a casa. L'opera di Gameloft è divisa in due branche distinte: ai livelli della Campagna faranno da supporto i file ACME, ossia brevi casi secondari. Le tue tipologie di sfida, come vedremo, hanno caratteristiche ben distinte ma sono accomunate da alcuni elementi. In entrambe, infatti, non ci muoveremo in un open world o in macro aree, ma dovremo scegliere i luoghi da visitare da una griglia.
La struttura, figlia della natura mobile del gioco, si presenta in tre dimensioni, come in una sorta di mappa concettuale. Ogni area del mondo che visiteremo con Carmen Sandiego avrà alcuni punti d'interesse, che dovremo esaminare per trovare indizi. Nella Campagna, la maggior parte delle zone comporterà una prova di abilità, come ad esempio aprire una cassaforte, trovare una trasmittente della VILE o usare a tempo il rampino. Le prove sono in realtà abbastanza lineari e permettono solo saltuariamente di esplorare piccoli ambienti tridimensionali, grossi di solito come una stanza.
Lo scopo finale sarà comunque sempre quello di trovare la giusta tappa successiva o sfruttare gli indizi per emanare un mandato nei confronti del membro della V.I.L.E. colpevole del crimine. Per farlo dovremo usare il portale ACME, in cui sarà possibile selezionare o scartare alcune caratteristiche per ridurre la rosa dei sospettati e trovare il criminale da arrestare. Per riuscirci, non avremo però tutto il tempo del mondo: ogni azione consumerà un timer da non far arrivare a zero, altrimenti il ladro fuggirà.

Un tuffo nel passato
Le missioni secondarie, archiviate alla voce file ACME, si discostano dalla Campagna e rappresentano un omaggio di Gameloft alle opere del passato. Il riferimento è infatti ai titoli pubblicati da Brøderbund, con una grafica in pixel art e una struttura bidimensionale accompagnata da didascalie e piccole foto. Questi casi non includono scene animate, abbastanza presenti nella Campagna, né prove di abilità. Saranno anche più complessi da risolvere, dato che dovremo studiare al meglio le nostre mosse.
Si tratta di una piacevole variante, che aiuta a spezzare tra un capitolo e l'altro della storia principale. L'assenza di altri extra, se non la possibilità di recuperare curiosità sparse nei livelli, non intacca eccessivamente una buona longevità. Le informazioni “di colore”, presenti anche per le aree e per i paesi visitati, rendono Carmen Sandiego inoltre sia piacevole da giocare che istruttivo.
Buono anche il comparto tecnico: la grafica si rifà come detto al reboot del cartone animato, con modelli poligonali non esattamente stupefacenti ma adatti alla situazione. Piacevole il doppiaggio in lingua inglese, così come la colonna sonora, che accompagnerà il giocatore nei suoi ragionamenti. Ipotizzabili anche future aggiunte, con magari nuove missioni secondarie da completare o capitoli extra della storia, che potrebbero aumentarne la durata generale.
Chi ha rubato il Platino di Carmen Sandiego?
La notizia più triste contenuta all'interno della nostra recensione è relativa all'elenco trofei. Nonostante un buon numero di coppe, infatti, Carmen Sandiego non include in lista l'ambito Platino. Per ottenere ogni ricompensa basterà completare ogni capitolo della campagna e caso secondario, sbloccando così una manciata di coppe d'oro.
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