Ludomedia è il social network per chi ama i videogiochi. Iscriviti per scoprire un nuovo modo di vivere la tua passione.

GLORIOSA DAISY condivide alcuni suoi interventi solo con i suoi amici. Se vuoi conoscere GLORIOSA DAISY, aggiungila agli amici adesso.

GLORIOSA DAISY

ha scritto una recensione su Final Fantasy XV

Cover Final Fantasy XV per PS4

Parliamone un po'

Ho riflettuto a lungo, e ho deciso di scrivere questo post, perché mi sono quasi sentito obbligato moralmente. So che io non sono ancora in grado di far sentire il mio messaggio ad un pubblico vasto, e forse non lo sarò mai. Ma è col cuore in mano che vorrei parlarvi di un titolo che ho tanto amato quanto odiato, ma che mi è rimasto dentro come pochi altri, almeno in questa generazione. Vi voglio parlare di FINAL FANTASY XV. Questo ovviamente non sarà una classica recensione nel mio stile dove sarei più critico sugli aspetti ludici del titolo. Perciò consideratelo un piccolo sfogo che vorrei condividere con voi, nella speranza che anche i detrattori più inferociti possono accettare un punto di vista differente, e dare con una mentalità diversa, si spera, uno sguardo al titolo, e quindi provare a capirlo e viverlo fino in fondo. Anche a patto di tornare a parlarne malissimo sui social, davvero. Non importa.

Ricordo ancora i vecchi trailer di ormai oltre un decennio fa. Trailer nei quali veniva rivelato al mondo per la prima volta questo progetto che al tempo portava ancora il nome di Final Fantasy Versus XIII, di cui ovviamente non sapevamo molto, ma che iniziava a farci sognare, a far parlare di sé. Fu questo secondo me il più grande peccato di Square Enix: farci conoscere così tanto prima il loro prodotto. Perché da bravi fan siamo letteralmente incapaci di aspettare. E vogliamo saperne di più, vogliamo mai conoscere tutto quello che riguarda i giochi, ancora prima che siano nella testa degli sviluppatori. Tutta sta brama di conoscenza, ahimè, sta rovinando quasi completamente quello che in passato era l’effetto sorpresa e lo stupore che certi giochi riuscivano a regalarci, proprio perché è tutto nuovo, tutto inaspettato. Ma il progresso, per quanto giusto sia, ha sempre un prezzo. La Square Enix decise dunque di bombardarci di trailer su un progetto che era ancora in fase in pre-annale, e che probabilmente era già in procinto di cambiare direzione, di cambiare motore grafico per affidarsi al nuovissimo e ancora poco pratico Luminous Engine, che ha ovviamente avvoligato il nuovo team, questa volta capitanato da Hajime Tabata e non più da Tetsuya Nomura, a riscrivere il progetto quasi da zero, per poi scoprire che Square Enix aveva tutta l’intenzione di spostare quasi due terzi del budget su altri progetti, tra i quali sicuramente Final Fantasy VII Remake e Kingdom Hearts III, appesantendo ulteriormente il tutto con un ultimatum sulla fine dei lavori. Io posso arrivare a capire lo scontento e la voglia di far capire quanto sia scorretto quello che hanno fatto. Posso capire e condivido che continuo a cercare qualcuno da incolpare per tutto questo. Ma ragazzi, davvero, non è il gioco a essere uscito uno schifo. Non è Tabata ad aver lavorato male. Quel povero uomo ha dato tutto quello che poteva, rischiando sicuramente anche la salute per via delle interminabili giornate di lavoro e per rispettare i tempi. Square Enix ha sbagliato tutto sulla presentazione di questo gioco, e da Nomura veniamo a scoprire che titoli importantissimi come Final Fantasy VII e Final Fantasy X avevano subìto trattamenti simili in fase di scrittura, con cambi di scenografie e delle fasi finali dei giochi e con la scrittura di personaggi che noi riteniamo fondamentali, ma che in realtà sono stati inseriti quasi all’ultimo in questi titoli. A quei tempi però, Square non commise lo stesso errore, e non c’era modo di divulgare in modo così prepotente l’informazione sui giochi in sviluppo. Ma fermiamoci un attimo a ragionare su questo. Se avessimo visto Zack, creato di sana pianta ed inserito all’ultimo, come l’avremmo presa? Se avessimo visto un finale di Final Fantasy VII dove tutti sarebbero dovuti morire, ma che poi è stato cambiato nel finale che conosciamo tutti? Se avessimo visto un cambio quasi totale della sceneggiatura di Final Fantasy X rispetto a quanto presentato? Voi ci pensate a come avremmo potuto reagire? Perché io ci penso eccome. È da quando sono venuto a conoscenza di queste cose che non ho mai smesso di pensarci e non riesco a non difendere Final Fantasy XV sapendo tutto questo. Cioè, hanno sbagliato persino la data di uscita, facendo una figura di cacca colossale davanti al loro pubblico, con quella roulette che per loro avrebbe dovuto prendere parte allo scherzetto sulla data iniziale, ovvero il 30 settembre, ma che poi si è rivelata essere la bocca della verità, con la notizia qualche giorno dopo dello slittamento della data al 30 novembre tanto ridacchiato.

Mi capita davvero spesso di discutere sull’effettiva qualità del titolo, sul fatto che possa essere considerato un vero Final Fantasy o meno, sul fatto che ne sia degno e che possa essere dunque affiancato da tutta una serie di giochi che sono rimasti saldamente ancorati ai cuori della fanbase. Quello che continuo a stupirmi è come la fanbase, non tutta ovviamente, sia perlopiù inferocita e non dimostri alcun tipo di affezione nei confronti di questo quindicesimo capitolo. Final Fantasy XV viene criticato quasi su tutto, dalla grafica al sistema di combattimento, dall’open world alla difficoltà tarata verso il basso del titolo. Ma quello sulla quale la community è proprio selvaggia, è l’aspetto narrativo del gioco, quindi la totalità della trama facendola ovviamente sui buchi sparsi qua e là per l’opera. È innegabile che il gioco abbia diversi punti nei quali la narrazione si blocca, vuoi per obblighi ludici datati dal funzionamento degli open world, vuoi per degli evidenti tagli nella vicenda principale, recuperabili qua e là tra anime, film, DLC, aggiornamenti, eccetera. Però ragazzi, possono piacere o no, ma gli open world, tutti gli open world funzionano in questo modo. Quindi prendere o lasciare. E se vogliamo, in ogni Final Fantasy ci siamo persi per ore e ore nella world map, a fare extra e cose assolutamente non legate al doppio filo con la trama. Quindi siamo cambiati noi al massimo, i nostri gusti, non Final Fantasy, non il loro modo di fare i giochi. A questo punto mi sembra il caso di analizzare punto per punto questi aspetti del gioco, in modo da, diciamo, smontare alcune delle accuse che ritengo più ingiuste tra quelle rivolte più spesso al titolo. Ed il modo più sensato di farlo mi sembra quello di citarle per poi rispondere, riportando esempi e paragoni con altri capitoli della serie, e perché no, anche con altri titoli invece comunemente idolatrati ma che presentano spesso e volentieri gli stessi difetti di Final Fantasy XV. Cominciamo. Vi va? Tanto anche se non vi andasse, io cioè io continuo… continuo, mica mi fermo qui, cioè al massimo chiudete il sito.

Il sistema di combattimento di Final Fantasy XV è totalmente action, ed il comparto JRPG diciamo che è limitato al solito discorso di statistiche e level-up, assegnazione di armi e equipaggiamenti a magie, il tutto alto a riempire gli slot e trovare la combinazione più adatta per quel momento. In Final Fantasy VIII ad esempio non era possibile equipaggiare così tante cose, e ci si limitava all’arma e al sistema di Junction, ovvero l’assegnazione delle magie per incrementare le statistiche dei personaggi, assieme ad una serie di abilità passive legate ai Guardian Force, tra le quali l’utilissima Encountree Zero Diablos. Diciamo che in generale nella serie, il sistema di equipaggiamenti non è mai stato poi così stratificato, ma ha sempre funzionato tutto piuttosto bene. L’open world di Final Fantasy XV svolge il ruolo classico di mappone aperto, farcito di missioni e mostri da andare a pestare selvaggiamente, ma allo stesso tempo risulta limitante il lato esplorazione, specie in questa generazione dove l’open world è ormai diventato sinonimo di libertà di esplorazione assoluta, vedi Zelda. Ma poi ci si fa l’abitudine e nonostante rimanga un difetto diciamo che può scivolarci addosso, poiché di fatto sono più uniche che rare le occasioni in cui l’open world, specie se RPG, ci permette la completa esplorazione di ogni angolo della mappa.

Lato difficoltà, vorrei proprio iniziare a fare qualche paragone perché secondo me c’è tanta polemica sul nulla. Allora, è vero che Final Fanasy XV non sia un mostro sacro della difficoltà; però quello che non riesco a capire è questo volergli per forza attribuire colpe del genere, motivando la cosa con quello che vi dicevo all’inizio, quindi “che non è un vero Final Fantasy, che si stava meglio prima e bla bla bla”… Prima di tutto, il sistema di crisi di Final Fantasy XV può piacere o non piacere, ci mancherebbe, ma durante tutta l’avventura, specialmente in endgame, vi troverete spesso a dover combattere contro mostri che nella maggior parte dei casi vi oneshotteranno, e non sto scherzando, se vi prendono vi strappano l’anima. Quindi è un bene che esista la possibilità di curarsi pressochè all’infinito, poiché in un sistema del genere, il gioco sarebbe diventato frustrante se non ce l’avessero permesso. Immaginate di vedere un game over ogni volta che nel gioco siete andati in crisi. Seriamente vi sarebbe piaciuto? Si sarebbe potuto realizzare in modo diverso? Assolutamente sì. Ma allo stesso tempo continuo a difendere un sistema che secondo me ha funzionato piuttosto bene, e che per quanto semplice risulti, resta anche scenografico ed appagante, in termini di animazione e sensazione dei colpi, molto più di tanti altri action RPG in circolazione. Ho giocato praticamente l’intera serie, mi mancano da finire giusto un paio di capitoli, Lightning Returns e Type-0, che devo ancora portare a termine. Ma diavolo, io non li ho mai, mai, mai trovati complicati. Ci sono capitoli più difficili di altri, ma nella maggior parte dei casi, con un pochettino di leveling, era possibile portare a termine quasi tutto il gioco con l’attacco base. Quindi di che stiamo parlando? Il bello è che la maggior parte della gente che getta fango addosso a questo capitolo, poi ha come preferito Final Fantasy VIII che è un “pessimo”, tra virgolette, esempio di JRPG, di scrittura e di difficoltà, sia nella serie sia in linea generale. Ma io sono convinto del fatto che sto benedetto Final Fantasy VIII sia il vostro preferito SOLO ed esclusivamente perché magari è stato il primo vostro JRPG, oppure il primo vostro JRPG in italiano, cosa che ai tempi era molto importante, perché se tu che ascolti sei della mia generazione al tempi di Final Fantasy VIII eri adolescente. Quindi ci poteva anche stare che non conoscessi a fondo l’inglese, e che una trama come Final Fantasy VIII non avendo capito, non avendo conosciuto le altre, potesse risultare affascinante, lo era anche per me. Capiamoci, adoravo anche io Final Fantasy VIII a quei tempi. Ma crescendo coi videogiochi si sviluppa per forza una componente critico-analitica in noi. Quindi provate a giocarlo oggi. Lasciate da parte i sentimenti che vi legano all’epoca, e ditemi se quel gioco sia ancora la perla perfetta che ricordavate, musica a parte.

Vorrei parlarvi ora dei personaggi di questo gioco e della loro caratterizzazione, perché anche qui si tende a valutare troppo superficialmente Final Fantasy XV, e soprattutto si tende a idolatrare un passato non poi così premio di personaggi magistralmente caratterizzati come si crede, perché la memoria secondo me fa davvero brutti scherzi a volte. Spesso si fa l’errore di valutare l’opera senza pensare al suo universo di appartenenza, a cosa è effettivamente sia parte integrante della narrazione del gioco, a cosa suggeriscano di vedere i producer prima di avere il gioco, eccetera eccetera. Spesso si dimentica che conosciamo meglio personaggi come Zack, non per il suo ruolo in Final Fantasy VII ma per quello che abbiamo visto in Crisis Core piuttosto che in The Last Order, ovvero l’anime, e possiamo aggiungere al mucchio un certo Dirge of Cerberus, che era nato per approfondire la storia di un personaggio tanto amato quanto in realtà poco approfondito all’interno di Final Fantasy VII, ovvero Vincent. E ci vogliamo dimenticare forse di Advent Children e della sua versione Complete uscita dopo? E tutto parte dall’universo narrativo del gioco. E volendo, potremmo pure inserire quei 3-4 dialoghi presenti in Kingdom Hearts, tanto per finire in bellezza. Spesso ci dimentichiamo che la tendenza al creare un universo narrativo tutto attorno ad un unico gioco particolarmente apprezzato è nata tantissimi anni fa. Quindi questo Final Fantasy XV non può essere l’unica vittima di un ragionamento sensato in tali termini. Certo, voi mi direte che Final Fantasy VII di base fosse sicuramente un titolo più completo, anche senza la marea di contenuti che li girano attorno. Ed è vero. Ma cos’è che fa di Final Fantasy un vero Final Fantasy? Final Fantasy è da sempre una serie che in quanto serie ha dei punti in comune, quali mostri o mascotte varie, piuttosto che rimandi alle divinità ed oggetti ed armi particolari, ma allo stesso tempo è parte di un genere sempre in evoluzione che non ha mai preteso di voler raccontare ogni minimo particolare, ogni minimo aspetto dei personaggi, e anzi, spesso ci si limitava a dei personaggi che svolgevano il ruolo di macchiette, ma che con quei 2-3 spunti qua e là, perlopiù umoristici, ti restavano comunque impressi perché inseriti nel momento giusto della narrazione. L’unica vera eccezione nella serie fu Final Fantasy VI, perché il buon Sakaguchi volle ricreare quasi un’opera teatrale, e questo richiedeva un contesto più serioso, ed una cura della scena che probabilmente non rivedremo mai più nella serie. Però ragazzi, un gioco del genere lo si vede realmente ogni 20 anni. Quindi non può essere quel metro di paragone per essere accettato tra i Final Fantasy, altrimenti sarebbe un disastro per la serie. Per quanto mi riguarda, l’unico JRPG che ritengo superiore a Final Fantasy VI è quella madonna di Suikoden 2. Una gemma dal valore inestimabile che funziona alla perfezione ancora oggi, nonostante gli anni che si porta sulle spalle, nonostante fosse un JRPG tanto variegato e ricco di contenuti che sembrava impossibile che potesse funzionare in ogni sospetto. Che ha di diverso quindi questo Final Fantasy XV? In Final Fantasy IV, in Final Fantasy VIII, nel X? Non c’era forse spazio per le teorie? Non sono forse quelle a mantenere accesa la passione della community? Chi è fuori da questo contesto continua a definire queste teorie come un dare senso ai buchi della trama. E questo potrebbe anche essere vero, se non fosse poi che questo tipo di utenza si riempe la bocca con quelle frasi, quando la lore dei Final Fantasy probabilmente non gliene mai fregato nulla, quindi ci sarebbe da chiedersi “Ma come vi permettete?” Noi siamo qui a costruire le peggio teorie su questo e quell’aspetto, su Ardyn e su come ogni macchinazione subdola possa essere stata manovrata da lui. Perché non so se vi ricordate, ma c’è stato un periodo dove qualunque cosa era colpa di Ardyn, qualunque atteggiamento di un personaggio un tantino sospetto aveva la sua firma da qualche parte, non ultimo Aranea che guida Prompto nel suo DLC, per poi vedere Ardyn canticchiare alla fine del DLC la classica fanfara, come se tutto fosse stato preparato ad arte da lui, e se devo essere sincero io continuo in realtà a pensare che sia così. Anche perché nella scena finale scompare Aranea e c’è solo lui. Cioè, capite quanto è bello fare tutto questo? Stare li a farsi castelli mentali su ogni cosa, è parte della magia, è parte della serie. Final Fantasy XV è stato sicuramente migliorato nel tempo, e ora il suo universo grazie a tutta una serie di contenuti è più ricco e godibile che mai. Dal film all’anime, dagli aggiornamenti generali del gioco a Comrades e ai DLC di Gladio, Prompto ed Ignis, e adesso anche Ardyn, l’ultimo DLC presentato quest'anno, che per carità, non chiudono certo il cerchio. Ma ad oggi non esiste nessun Final Fantasy dove si possa chiudere e voltare pagina, dove non ci siano teorie su questo o quel personaggio. Quindi vi chiedo ancora una volta, come sia possibile che nell’immaginario comune sia solo Final Fantasy XV ad aver sbagliato? Chissà solo questo gioco a dover farsi carico di una serie di difetti che in realtà la serie si porta sulle spalle da sempre.

Sapete, spesso mi sono domandato se non fosse tutto un discorso di impatto visivo, di impatto artistico, perché ho sempre letto commenti di attacco verso la serie e di come secondo queste persone ci sia stato un cambiamento radicale nello stile che Square Enix adottava lungo gli anni per i suoi Final Fantasy. Vi sarà sicuramente capitato di leggere “Final Fantasy è morto col VII, con l’VIII, col X” e c’è anche qualche temerario che azzarda al numero XII, non consapevole dei rischi che una frase del genere può comportare, specie se detta all’interno di determinate community. Sicuramente sono rimasti scottati in molti dal passaggio via via con gli anni dai classici JRPG a turni all’ormai action quasi puro degli ultimi episodi. Quello che non riesco a capire è come queste persone, grandi fan detta loro, non si rendano conto che la serie ha cambiato stile in ogni santo capitolo, trasformandosi dal fantasy classico per adottare uno stile cyberpunk, poi il fantasy futuristico di Final Fantasy VIII ritornando quasi alle origini con Final Fantasy IX, un capitolo che non è mai stato amato quanto meritava, proprio a causa del fatto che buona parte della community italiana, iniziando dall’ottavo capitolo, avesse dato per scontato quello stile come forma artistica della serie, senza rendersi conto che questa serie non è mai stata coerente in questi termini, ed è bellissimo questo percorso. Ritornando ai combattimenti, trovo che questo tentativo di evolvere la serie da parte di Square Enix faccia parte della stessa linea di pensiero che portava ogni capitolo ad essere diverso dal precedente, quindi a cambiare, sia nella forma che nella sostanza, ma mantenendo intatto lo spirito della serie, e Final Fantasy XV non fa certo eccezione.

Mi è capitato anche di avere discussioni riguardo il comparto musicale del titolo. Ragazzi, io posso capire la nostalgia del maestro Uematzu, ma diavolo, Yoko Shinomura ha fatto un lavoro eccellente, e non mi stancherò mai di dirlo, non mi ha fatto minimamente rimpiangere l’assenza del maestro. Ci sono musiche meno brillanti di altre, è vero, ma ci sono musiche meno brillanti di altre anche in tutti gli altri Final Fantasy, perché tra riarrangiamenti e musiche sottoutilizzate, sfido chiunque a riconoscere il Final Fantasy di provenienza di ogni singola OST. Temi come “Valse di Fantastica” e “Apocalypsis Noctis” andrebbero insegnati nelle scuole, ma non sono certo le uniche due degne di nota. Probabilmente ne starete ascoltando qualcuna in sottofondo. Ma passiamo ad altro.

Senza approfondire ogni singolo personaggio, perché a questo punto avrò scritto mezzo milione di caratteri, mi concentrerò su Noctis e paragonerò gli altri ad altri personaggi della serie, perché voglio concludere la recensione difendendo lui, Er Principe. Noctis è odiato dalla maggior parte delle persone con cui mi capita di parlare, e viene ricordato come personaggio prima di tutto emo, perché se non ci mettiamo un pizzico di odio verso Nomura non siete contenti, poi come personaggio insipido, privo di caratterizzazione e addirittura inutile nel gioco. Ragazzi ma, l’avete giocato o avete fatto finta? E vi basate su commenti letti in rete da altri come voi, che non lo hanno giocato e leggono commenti in rete fatti da altri come voi… Vabbè, ci siamo capiti, insomma. Provate a seguire la trama. Provate a leggere i dialoghi, perché anche i dialoghi che sentirete lungo tutta l’avventura sono parte della caratterizzazione del personaggio. Noctis parte come un principino viziato, un ragazzo difficile che si è chiuso in sé stesso per via del classico trauma infantile che esiste nel 99% dei JRPG. Piano piano, lungo l’avventura si scopre invece essere una persona molto sensibile, vicina ai bisogni delle persone, e al quale piace tanto dare una mano pur continuando a sbruffare perché oltremodo pigro. Certo, lungo tutta la prima parte dell’avventura, lui sembra quasi andare in giro per divertirsi col suo gruppetto di amici, ma andando avanti, secondo me, è impossibile non affezionarsi a lui ed al gruppo, perché la sua crescita come personaggio è impressionante e scritta benissimo. Inizia ad esporsi, inizia a lasciarsi andare, a rispondere alle provocazioni, e finalmente dimostra di interessarsi al suo ruolo nel grande disegno di Ardyn, fino a quanto da adulto arriva addirittura a sacrificare se stesso per porre fine alla storia e salvare il mondo. Durante la narrazione, quando prende coscienza del suo dovere, dimostra un carattere quasi ribelle, perché inizialmente non riesce ad accettare di perdere tutto e dover portare il peso della corona, il tutto mentre Ardyn continua a rovinargli la vita in tutti i modi e a privarlo di tutte le cose alle quali tiene di più. Come si fa a non affezionarsi a un personaggio del genere? Per il buco di trama di 10 anni? Davvero è bastato quello? Davvero solo per questo aspetto si arriva a disprezzarlo nella sua interezza? E se vi dicessi che il capitolo che tanto amate, Final Fantasy VIII (sì, scusate, prendo di mira lui, ma è così), ha la medesima voragine? Ovvero tutti gli anni passati all’orfanotrofio di Edea e le vicende di gioco? Rifletteteci, per favore. Rifletteteci, per favore. Personaggi approfonditi a sufficienza come Gladio, Prompto ed Ignis fanno la loro parte in tutto questo. Non c’è un singolo momento all’interno del gioco dove non mi sia sentito parte del gruppo. Parlavano talmente tanto delineando perfettamente i loro caratteri che spesso arrivavo quasi a prevedere cosa avrebbero esposto da lì a poco, o quale sarebbe stata la reazione di Noctis ad una provocazione. Ragazzi, io non so se riuscirò a farvi cambiare idea, anche perché mi sono un po’ perso lungo il discorso, ma queste cose succedono quando le persone le conosci bene, perché è esattamente come nella vita reale, e tutto ciò non può essere ridotto a critiche come “I personaggini fanno schifo, non sono caratterizzati, sembrano un gruppetto emo dei Tokio Hotel”, perché ok, rido anch’io di quelle battute e dei meme. Ma Cristo Santo, non è così, non è così. Davvero tutto quello che accade a Prompto, che per tanti è la macchietta comico-ridicola del gruppo, può essere paragonato alla mediocrità di una Selphie o di un Irvine? Che sono dei buchi di trama vaganti, e che tra l’altro realmente inutili, dato che sto scemo l’abbiamo reclutato… come cecchino d’élite e poi sbaglia tiro. Sbaglia l’unica cosa che doveva fare nel gioco, l’unica.

Final Fantasy è un gioco che potrebbe tranquillamente piacervi. Un gioco che non è perfetto, che non raggiunge a mio avviso il titolo di capolavoro, per carità, ma che allo stesso tempo potrà sorprendervi, divertirvi e anche farvi commuovere. È un gioco che va assimilato assieme al suo universo, e che va accettato come gioco spezzettato esattamente come moltissimi altri in quest’epoca. Ma che non è niente di meno se non un Final Fantasy.

8.5

Voto assegnato da GLORIOSA DAISY
Media utenti: 7.6 · Recensioni della critica: 8.5