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Amministratore di sostegno, disabilità e Giudici.

Vorrei chiedere una domanda seria se magari qualcuno sa rispondermi, non dico per forza come avvocato ma anche se ha avuto qualche esperienza simile, o comunque sa come funziona riguardo all'amministratore di sostegno ed a riguardo i giudici. Allora più o meno vi spiego la mia situazione come avevo già detto io ho una disabilità solo fisica al 100%, la mia malattia si chiama atassia di Friedrich. Nonostante la mia malattia è da quasi un anno che vivo da solo finalmente me ne sono andato via dalla mia merdosa famiglia, vi dico solo che per una questione di soldi non volevano che andavo via quindi per degli anni ho fatto degli incontri con gli assistenti sociali di nascosto. Ed ora per motivi di soldi per ottenere la carta del reddito di cittadinanza devo firmare ma io proprio non riesco quindi mi serve per forza un amministratore di sostegno anche se sono capace di intendere e volere. Bene o male so come dovrebbe essere l'amministratore di sostegno e mi andrebbe anche bene il problema è che mia sorella e mia zia mi dicono di no di non prenderlo perché gli hanno detto che i giudici cambiano le carte in tavola e mi trattano come un ragazzo con problemi mentali anche se non li ho e quindi mi mettono un tutore, siccome questa non è la prima volta che degli adulti nonostante sappiamo com'è la mia malattia mi trattano come un ragazzo con problemi mentali, un po' di paura e preoccupazione ce l'ho…quindi vi chiedo com'è se lo sapete? Dimentico di dirvi che loro me lo dicono con insistenze e rabbia come se non volessero che lo prendo così almeno possono gestire tutto loro i miei soldi il conto e fare e dirmi quello che vogliono.

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I giudici si limitano a descrivere la situazione così come la presentano gli avvocati (o le parti), non hanno alcun interesse a cambiare le carte in tavola, questo almeno dalla.mia esperienza in tribunale.

Poi andando a memoria (quindi mi perdonerai se dico stronzate, ma è una materia che non studio da un po') l'amministrazione di sostegno può anche essere revocata, tu che hai capacità di intendere e di volere non hai problemi legali che ostano il tuo andare da un avvocato e chiedere la revoca

 

Comunque non so bene a cosa si riferiscano tua zia e tua sorella con "tutore", se temi l'interdizione vai tranquillo che quella la si dà solo a gente che veramente è incapace di intendere e di volere. Per dire un'interdizione si dà ad una persona affetta da sindrome di down che neanche riesce a capire di trovarsi in un'aula di tribunale.

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Partiamo da qui :
Il tutore è a tutti gli effetti un rappresentante legale il cui ruolo è la cura degli interessi patrimoniali e non patrimoniali, di un soggetto che si trova in una situazione di svantaggio, perché ritenuto incapace di agire.
Effettivamente tu confermi di non poter firmare, quindi non puoi agire. La legge non discerne la questione fisica da quella cognitiva.
Sei su un terreno minato...

Mi sento poi di chiederti: hai una pensione di invalidità da migliaia di euro oppure provieni da una famiglia molto, molto, molto povera?
Perché da che mondo è mondo, parlo per esperienza, un disabile in famiglia è un costo, non una risorsa. Senza contare che le essere un caregiver è faticoso sia fisicamente che mentalmente.
Magari sono solo sfiniti, preoccupati ed ossessivamente protettivi. Pensaci.

 

@Bux92 guarda, ti sbagli alla grande. Non uso parole diverse da quello che voglio scrivere. L handicap per me è una cosa così normale che non me ne frega niente di urtare la suscettibilità di nessuno. Anche perché, a casa mia, quella si chiamerebbe discriminazione oppure pietà.
In più da 15 anni ho pure un handicap legalmente riconosciuto, ed anche io sono perfettamente in grado di usare la questione discriminazione per sfilarmi da situazioni che non mi piacciono.
Per me è palese che a te non piace la mia posizione giustificativa. Che tra l altro voleva essere un consiglio a ragionare sul fatto che i tuoi problemi non sono dovuti all' handicap, ma alla natura delle persone coinvolte. Tra cui senza dubbio ci sei pure tu. Si può non andare d' accordo in salute ed in malattia. Si vive in disaccordo ed in sussidiarietà con molta dignità, se si vuole.
Non è da duri farsi 40 scalini a culo per terra.
È molto più dignitoso chiedere ed accettare aiuto.
Scendere a culo a terra è offensivo per se stessi e per chi sarebbe disposto ad aiutarti a scendere e salire di casa.
Potresti anche pensare di rivolgerti all' associazionismo sociale, se volessi e si fossi capace di saper accettare i tuoi limiti e l aiuto di qualcuno ( interessato o disinteressato) per superarli.
Poi oh, ognuno l'affronta a modo suo. Non sarò certo io a risolvere la tua situazione.

 

@mfabiom 0Guarda anch'io se devo dire qualcosa la disco senza troppi problemi, però cerco di dirla nel modo migliore senza offendere o magari infierire ulteriormente. Però se riesco a non urtare la sensibilità di qualcuno tanto meglio e ti assicuro che non è discriminazione o pietà ma buon senso, intelligenza e sapere stare in mezzo alla gente. Poi non si capisce se la disabilità ce l'hai te da 15 anni oppure un tuo familiare, ma vabbè poco importa. Certo a me le posizioni giustificative non mi piacciono, mi puzzano di ipocrisia, ma questo è un discorso in generale non mi riferisco alla tua situazione e non penso che tu lo sia per forza anche perché non ti conosco minimamente. Certo che alcuni dei miei problemi sono dalla mentalità è come ragionano le persone che mi stanno intorno. Non è da duri farsi gli scalini col culo il mio non era una specie di vanto, anche perché nella mia situazione non c'è niente da vantarsi anche perché non mi piace il vanto. Era solo per farti capire che fin da ragazzo non ho mai chiesto qualcosa di troppo faticoso o pesante ai miei familiari, amici o caragiver, anche perché non ci penso nemmeno a chiedere una cosa del genere di portarmi giù dalle scale di peso quando so benissimo che la cosa mi verrà rinfacciata in futuro, non ci penso nemmeno a stare zitto ed a prendermi l'umiliazione. Ed anche per farti capire che comunque so attopparmi il naso. Poi anche volendo a chi lo chiedo perché mio padre per quanto brutta persona sia era tutto il giorno e tutti i giorni a lavorare fuori città quindi lo chiedo a mia madre e mia nonna di portarmi tutti i giorni in spalla giù per le scale, no ho il buon senso di non chiederlo. Agli amici figuriamoci non ci penso nemmeno una cosa del genere perché così è la strada buona per divenire un peso ed essere emarginati. È molto più dignitoso chiedere ed accettare aiuto dipende da quale aiuto e in quale situazione ed a chi si chiede. Per me non è offensivo altrimenti non lo facevo se è offensivo per gli altri non è un mio problema, io di problemi ne ho già tanti perciò non ci penso minimamente a farmi carico anche di quelli altrui. Un conto è chiedere ed accettare un aiuto per non cadere magari nel camminare o muoversi in alcune situazioni, ma non portarmi in braccio avanti e indietro per le scale e silenzio, no questo non lo voglio e non lo pretendo. I miei limiti li accetto non è che faccio cose che non posso, questa mia malattia ce l'ho io e non qualcun altro perciò sulla mia pelle lo so io quello che posso o non posso fare, a quel tempo gli scalini in quel modo li potevo ancora fare la mia malattia ancora me lo permetteva, ora come ora no non sarei nemmeno in grado di sedermi in terra. L'aiuto a casa mia si prende e si chiede quando non c'è altra alternativa. Un po' come non mangiare fuori casa perché si mangia male e ci si sporca se lo si fa da soli, è una stronzata se qualcuno a qualche problema a vedere si gira dall'altra parte e non guarda, il problema si accetta per questo nonostante le difficoltà e lo sporcarsi un po' si fa lo stesso in modo da non dover rinunciare a tutto e vivere un pochino, la vergogna è negli occhi di chi guarda, nel più dei casi. Aiutarmi ma se prima di prendere la sedia a rotelle per quasi 2 anni non riuscivo a camminare da solo, quindi due miei amici tutti i giorni in due mi prendevano dalle braccia e piano piano con fatica andavamo in una piazza del quartiere sulle panchine e stavamo tutti lì, quando devo chiedere aiuto lo faccio quando i miei problemi non mi permettono in alcun modo di fare una cosa lo chiedo ma solo quando non è più possibile farlo. Comunque per come la vedo io è molto più imbarazzante non provare a fare una cosa per paura o per un possibile giudizio negativo altrui o anche solo 9uno sguardo dispregiativo, degli altri bisogna fregarsene e cercare di vivere un po' la vita anche con dei problemi abbastanza gravi, adattandosi, altrimenti sarebbe solo una vita di merda e basta. Anche fare le cose da solo in qualche modo è molto importante per essere un pochino più indipendenti, ovviamente finché è possibile. Vabbè comunque direi di chiudere la discussione visto che è un po' di giorni che va avanti, soprattutto perché io con i miei problemi per scrivere dei messaggi così lunghi ci sto almeno un'ora se non di più quindi non ci vuole molto a capire che dopo poco mi passa la voglia ogni giorno di buttare via delle ore per rispondere ad una conversazione comunque inutile. Quindi grazie dei tuoi giudizi ma ne facevo a meno. Non serve che qualcuno risolva la mia situazione. Ci sentiamo in giro su ludo. Alla prossima!

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L'amministrazione di sostegno non è un'opzione da prendere alla leggera. Il rischio di essere considerati come persone con deficit mentali (in genere come incapaci di tutelare il proprio patrimonio) è più che concreto e fare revocare un amministratore nominato può rivelarsi un'impresa quasi impossibile. Valuta altre possibilità meno definitive

 

Guarda nella mia esperienza mai nessun giudice si è permesso di dire "questo ha problemi mentali" sulla base del nulla, deve sempre esserci un documento di natura medica che indichi tali problemi.
Oltretutto l'amministratore di sostegno ha poteri limitati che sono contenuti nel decreto di nomina, ora io non so bux come intenda muoversi, ma può star tranquillo se non c'è alcun documento che si riferisca a suoi problemi mentali.

Ovviamente farebbe bene a rivolgersi ad un avvocato, soprattuto se la famiglia non è proprio delle migliori (come lui dice almeno).

Amministratore di sostegno, disabilità e Giudici.