Riguardando le vecchie recensioni degli utenti di Ludomedia riguardanti questo gioco ero un po' incerto su cosa mi potessi aspettare. Dopo la conclusione della storia però mi sento di dare un mio giudizio totalmente fuori linea con i predecessori. Ho terminato in sequenza prima What Remains of Edith Fintch, Gone Home e poi questo titolo. Tra i tre, The Suicide of Rachel Foster è quello che mi è durato di più, forse perché è quello più compassato, più lento nelle meccaniche e ha il plot forse più thriller in confronto con i due precedentemente citati.
La storia, per lo meno per me, tiene parecchio incollato al pad mentre si dipana lungo le circa 5-6 ore che necessitano per terminarlo, senza jumpscare di sorta, ma la tensione nell'esplorare il mega albergo anni 80-90 in cui prende piede la storia si sente parecchio. Non sto a soffermarmi sulla trama perché rovinerei un po' la suspance della scoperta del gioco in sé per sé, quindi mi limito a dire che forse si potevano descrivere un po' meglio i vari protagonisti di tutti gli eventi accaduti. Buona la grafica, ma poca interazione con gli oggetti che troviamo qua e là.
Essendo un esplorativo forse sarebbe stato meglio aver avuto la possibilità di avere un inventario di tutte le notizie raccolte durante la storia e anche una mappa non semplicemente messa lì a caso, ma anche con descrizioni dei posti precedentemente visitati. Tra i vari walking simulator è quello che però mi ha lasciato meno di ricordi: Gone Home ha un aspetto riguardante l'adolescenza, What Remains of Edith Fintch racconta la storia della famiglia Fintch in un modo particolarissimo, ma questo sì tiene incollati per la suspance, ma non ti genera empatia con la protagonista. Proprio per questo ultimo aspetto per me il voto crolla, passando da un possibile 7, ad un sempre onestissimo (ma più basso) 5.5, peccato...