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Monster Hunter: World

Che Monster Hunter sia una delle IP più di successo di casa Capcom è un dato di fatto, e gran parte di questo meritatissimo riscontro di pubblico lo dobbiamo ai capitoli usciti su Nintendo 3DS che, episodio dopo episodio, sono riusciti a portare la serie da “titolo di nicchia” dei primi tempi a fenomeno di massa, non solo in Giappone, dove là Monster Hunter lo si vive anche nella quotidianità, macinando milioni su milioni di copie vendute ad ogni nuova uscita, ma anche in occidente, facendo crescere il proprio pubblico con ogni nuova pubblicazione.



Dopo capitoli mai arrivati, spin-off e MMO pensati esclusivamente per il mercato Cinese, la serie di Monster Hunter ha debuttato globalmente sulle console di ottava generazione, abbandonando i lidi di Nintendo (lasciando però aperta la porta ad eventuali progetti esclusivi) e pensando ad un uscita mondiale, con tanto di “World” stampato a chiare lettere nel titolo, a ribadire l'importanza di questo nuovo progetto.



Nonostante l'assenza di un valore numerico, Monster Hunter: World è ufficialmente il quinto capitolo della serie, e proprio a lui spetta “tagliare i ponti” con un passato ormai fin troppo fossilizzato, bisognoso di novità e opportuni cambi di registro.



Sarà riuscita Capcom a trovare il giusto equilibrio, senza svendere la serie verso un'utenza casual come il mercato di oggi impone e al tempo stesso accontentare lo zoccolo duro di fedelissimi che seguono Monster Hunter dai tempi di PlayStation 2?



Dopo 130 e più ore siamo pronti finalmente a parlarvi di Monster Hunter: World.



Versione Testata: PlayStation 4 e Xbox One
Storie di mostri e cacciatori
Capcom rischia tutto andando a compiere numerose modifiche ad un ecosistema chiuso e poco incline al mutamento



Annunciato in pompa magna durante l'E3 2017, Monster Hunter: World rappresenta il punto di rottura della serie hunting game di Capcom, il momento di svolta di un brand amato ed apprezzato in tutto il mondo, ma troppo fedele a se stesso. Fin dal primo capitolo che fece la sua comparsa su Playstation 2, le novità introdotte sono sempre state limitate e circoscritte, alcune apprezzate come l'ingresso di nuove armi, vedi il Falcione Insetto, che permette contrariamente alle altre presenti di sviluppare i propri attacchi in volo, o le meno riuscite cacce acquatiche, arrivate e sparite con il terzo capitolo. In generale però il “core” del gioco è rimasto pressoché invariato negli anni, con le sue inflessibili regole che vegliano sul sistema di controllo fatto di movimenti legnosi e limitati, spesso vittima di critiche da parte di un'utenza occasionale che non ha tempo e voglia di applicarsi, andando incontro a meccaniche così complesse quanto appaganti sul lungo periodo, causando nel giocatore stesso un sentimento netto.

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16 febbraio 2018 alle 08:20