Black Clover: Quartet Knights - recensione
Manga, poi anime, infine videogioco. Black Clover non ha saltato una singola tappa di quello che ormai è divenuto un processo produttivo standard per quel tipo di opere nipponiche che hanno saputo riscontrare un forte successo non solo in terra natia, ma anche all'estero. Una popolarità crescente che ha convinto Bandai Namco, già promotrice di IP come Naruto e One Piece, a far esordire il brand anche nell'industria di cui è parte attiva.
La prima scampagnata di Asta e compagnia bella tra pad e pulsanti da premere con il giusto tempismo, in particolare, non sembra proprio fare alcuna eccezione, instradandosi in un sentiero del tutto simile a quello già intrapreso dagli illustri colleghi già citati poco sopra. Quartet Knights è in tutto e per tutto un action tridimensionale, che vede un manipolo di eroi combattere mostri e avversari all'interno di arene più o meno ampie, sfruttando attacchi fisici e magici, incrementando progressivamente le loro abilità offensive e difensive a partire da una (debole) sovrastruttura ruolistica.
Il videogioco, che stando alle ultime notizie godrà presto di un adattamento manga, ripropone tutte le caratteristiche del mondo immaginifico ideato da Yuki Tabata. Nonostante l'incipit possa disorientare il neofita, grazie anche ad alcuni menù appositi, scoprirete presto che nel regno di Clover possedere poteri magici è assolutamente la norma.
