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Phil Harrison e Majd Bakar ci parlano di Google Stadia - intervista

Lo streaming si è dimostrato essere una delle tecnologie più rivoluzionarie a raggiungere il mercato dell'entertainment nell'ultima decade. L'accesso semplice ed istantaneo a film, serie TV e musica ha cambiato radicalmente il modo in cui guardiamo e ascoltiamo i nostri prodotti preferiti. E se Google riuscirà a raggiungere i propri obiettivi, lo streaming cambierà anche il nostro modo di giocare. Ieri, l'azienda statunitense ha annunciato un nuovo sistema di cloud gaming che possiede indiscutibili punti di forza (e qualche debolezza) rispetto all'attuale modello delle console. Pienamente integrata con YouTube e con la possibilità di fare leva su questa vasta e potentissima infrastruttura mondiale, la nuova piattaforma, chiamata Stadia, ha il potenziale di cambiare profondamente il modo in cui intendiamo i videogiochi.



In questa lunga ed esaustiva intervista, abbiamo avuto la possibilità di intervistare i VP di Google, Phil Harrison e Majd Bakar, per discutere sui principi di Stadia, la sua integrazione con YouTube e perché potrebbe rappresentare un netto cambiamento nel tipo di giochi che giocheremo (innovazioni possibili solo con un hardware basato su un datacentre). In aggiunta a questo, abbiamo chiesto loro cosa differenzia Stadia da Project xCloud (il setup di streaming di Microsoft basato su Xbox One) e quali specifiche caratterizzeranno questa nuova piattaforma Google, che tipo di hardware avranno a disposizione gli sviluppatori e il modo in cui l'azienda cerca di rimuovere le limitazioni imposte dalla potenza di calcolo delle macchine tradizionali.



E per quanto riguarda l'hardware per i consumatori? Google non sta creando una console (non ci sarà una macchina fisica sotto la vostra TV) e non ha intenzione di aderire al concetto tradizionale di "generazione di console" ma ci sarà un nuovo controller che offrirà alcune feature davvero interessanti, costruito per raggiungere performance ottimali su un sistema cloud. Questo concetto di 'gameplay over IP' ci ha stuzzicati fin dal lancio di OnLive ma, in qualche modo, l'esperienza finale non ha mai mantenuto le promesse. Riuscirà un gigante come Google a fornire un prodotto solido in un campo dove gli altri hanno fallito?



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20 marzo 2019 alle 10:40