Dieci cose che (forse) non sapevate sull'E3 – Speciale
Ci siamo! Come tutti gli anni, il mese di giugno riveste una particolare importanza nel cuore degli appassionati di videogame per la ricorrenza quasi sacra dell'E3 di Los Angeles. L'Electronic Entertainment Expo è, o per lo meno è stato negli anni, la principale vetrina per l'industria videoludica e un focolaio di discussioni, analisi, previsioni e confronti tale da far impallidire il più caciarone dei programmi televisivi post-partita di calcio. Occasione di annunci importanti e spesso inattesi, al netto degli immancabili, forse utili leak dei giorni che precedono l'inizio della fiera, l'E3 spinge anche i più tranquilli gamer nei quattro angoli del mondo a fare le ore piccole e a consumarsi gli occhi davanti a loop infiniti di trailer di annuncio, gameplay approfonditi e conferenze dei publisher.
PlayStationBit si prepara all'evento del 2019 raccontandovi dieci curiosità che forse non conoscevate a proposito della fiera più importante del settore videoludico.
1. Vado al CES
Prima della nascita dell'E3, sviluppatori ed editori di videogiochi presenziavano al CES (Computer Electronics Show), una fiera più generalista dedicata all'elettronica di consumo. Negli anni Ottanta ai videogiochi era riconosciuta poca importanza, essendo considerati come giocattoli per bambini destinati a non avere un vero e proprio futuro. I principali soggetti interessati, Nintendo e SEGA su tutti, erano posizionati nelle aree più remote dei padiglioni, o in quelli seminterrati, a volte in misere tende. Per raggiungerli i visitatori dovevano passare di fronte a stand di prodotti anche poco adatti ai bambini, come quelli dei produttori di intrattenimento pornografico!
2. Non contare una SEGA
La separazione tra l'industria videoludica e quella di più ampio respiro dedicata all'elettronica di consumo si ebbe dopo il CES del 1994. In quell'anno la fiera si tenne a Las Vegas e fu interessata da una violenta serie di piogge. I produttori di videogiochi erano posizionati, per l'appunto, in una tenda esterna al centro conferenze e la pioggia fu tanto intensa da penetrare negli spazi allestiti. I danni furono enormi: ad esempio il nuovissimo SEGA Genesis portato per mostrare alcune demo fu irrimediabilmente rovinato. L'anno dopo fu inaugurato l'E3, che si tenne in maggio e fu visitato da 50.000 persone.

3. Nella città degli angeli
L'E3 si è sempre tenuto nel Los Angeles Convention Center, fin dalla primissima edizione del 1995. Solo in tre occasioni la location è cambiata. Nel 1997 e nel 1998, infatti, la sede fu il Georgia World Congress Center di Atlanta, scelta obbligata perché la location losangelina era già stata prenotata per altri eventi. Nel 2007, invece, nel tentativo di ridimensionare la fiera, l'E3 cambiò nome (E3 Media & Business Summit) e si tenne in versione più “contenuta” all'aeroporto di Santa Monica, consentendo l'accesso solo su invito. Dal 2009 tutto è invece tornato alla normalità.
4. Posso entrare?
Il primo E3 completamente aperto al pubblico fu quello del 2017. In precedenza i visitatori erano professionisti dell'industria, oppure persone coinvolte diversamente nel mondo dei videogiochi come giornalisti e blogger, o ancora invitati speciali come vincitori di concorsi o testimonial famosi. L'apertura a tutti si rivelò un discreto successo, considerato che furono venduti 15.000 biglietti i quali, come vedremo, non sono certo a buon mercato.
5. Lagga?
Secondo i dati dell'ESA (Entertainment Software Association), nel corso dei tre giorni dell'E3 si usa più larghezza di banda di quanto avvenga nelle principali città americane nel corso di un intero anno. La fiera richiede circa 50 miglia di cavo in fibra ottica, 10 miglia di prolunghe, 5 miglia di nastro adesivo e 5 miglia di tappeti, oltre a qualcosa come 35.000 unità tra TV e monitor. Le sale riunioni a disposizione potrebbero riempire l'area di 8 campi da football e oltre 3.000 persone lavorano perché tutto funzioni a dovere.
