E3 2019: Baldur's Gate 3, ce ne parlano Sven Wrinkle di Larian e Mike Mearls di Wizards of the Coast - intervista
Quella di Baldur's Gate è un'eredità che pesa centinaia, forse migliaia di chili. Una vera e propria leggenda dell'industry, un'opera che, a distanza di oltre un ventennio, è ancora considerata da migliaia di appassionati la miglior trasposizione videoludica della tradizionale esperienza tabletop, se non il miglior CRPG di tutti i tempi o, addirittura, una tra le massime produzioni ad aver mai calcato il palcoscenico PC.
Qual è la ragione dietro un tale successo? Baldur's Gate era, per l'appunto, un capolavoro capace di isolare i tratti distintivi dell'universo del Dungeons and Dragons giocato e tradurli con altrettanta naturalezza negli stretti confini della programmazione, ridando lustro all'intero sottogenere CRPG, un ecosistema che, prima del dirompente ingresso di Black Isle, era in crisi ormai da anni.
Dopo Baldur's Gate, infatti, fu il delirio: Torment, IceWind Dale e Divine Divinity, tra l'altro opera di Larian, quasi un presagio per l'attesissimo ritorno sulla scena dell'iconica città. Attesissimo perché, dopo qualche sporadico e dimenticabile progetto, l'ambitia licenza finì per scomparire dai radar del mercato, tornando al sicuro nel grembo conservatore di Wizard of the Coast.
