Cattive acque - recensione
Vivere meglio attraverso la plastica: un bel sogno di comodità e pulizia, in particolare proprio un Sogno Americano (perché è lì che la simpatica sostanza ha trovato il suo massimo sviluppo e impiego nel dopo guerra). Soprattutto è un sogno per le aziende chimiche, alle quali tali lavorazioni hanno fruttato miliardi di dollari.
In Cattive acque si racconta una storia verissima, di cui pochi oggi hanno memoria. I più giovani la ignoreranno, i più adulti l'avranno forse dimenticata, sepolti come siamo da sempre nuovi scandali, da drammatiche denunce, spesso vane. Si parla della famigerata DuPont, azienda nata nei primi dell'800, e dello scandalo legato al Teflon, miracolosa sostanza che "spalmata" sul fondo delle padelle non faceva attaccare il cibo.
Quale migliore Sogno per miliardi di casalinghe disperate e non? Peccato, peccato davvero che tale infinita comodità avesse più di un lato negativo: la lavorazione produceva sostanze che, a contatto dei dipendenti dell'azienda, provocavano malformazione dei feti, sterilità e cancri, effetti negati per anni grazie a complicità e corruzione.
