PlayStation 5 e CRT: la prova di Digital Foundry
I colleghi di Digital Foundry hanno collegato una PlayStation 5 ad un monitor a tubo catodico, verificandone i risultati. Ne vale davvero la pena? Risposta breve: nì.
Nell'era del 4K o più, collegare una console next-gen ad un vecchio monitor a tubo catodico può sembrare una assurdità tecnica. In un certo senso lo è, a partire dal fatto che per collegarli serve un adattatore HDMI – VGA che supporta al massimo 1080p.
Il monitor in questione, un Sony GDM-FW900 datato 2003, è un monitor professionale. 24 pollici di pura ignoranza, pesante, grande, grosso e decisamente costoso anche al giorno d'oggi, è stato l'eccellenza dei prodotti Sony a tubo catodico. Ma perchè scegliere il CRT se abbiamo a disposizione televisori e monitor eccellente al giorno d'oggi?
Uno dei motivi per cui vale la pena utilizzare un CRT è la naturale tendenza a fornire una immagine apparentemente più definita rispetto ad un monitor led. Questo accade perchè upscaling delle immagini, anche quelle a definizione più bassa, è mitigata dal modo di funzionamento. Infatti, i CRT non lavorano mediante l'accensione o lo spegnimento di singoli pixel ma tramite l'incurvamento dei raggi di luce. Questo permette di percepire una maggiore definizione a causa di un minore effetto “blur”.
Un altro motivo per cui vale la pena utilizzare un CRT è il suo refresh rate teoricamente infinito. Infatti, essendo che il modo di funzionamento è basato sull'emissione di luce (non sull'accensione di singoli led, come già accennato) e questa viaggia a 300.000 km/s, non esiste un limite di frame rate. Questo è particolarmente evidente in certi platform molto veloci e un test evidenziato nel video, tramite questa pagina web, rende le mie parole concrete. L'effetto di scatti durante lo scorrimento laterale di certi monitor moderni (o anche televisori) è sintomo di uno scarso refresh rate.
È evidente però che un monitor del genere non abbia prestazioni a livelli di colore e di ottimizzazione dell'immagine tipiche dei monitor moderni. Niente HDR, ad esempio. Niente particolari effetti di “pompaggio” dei colori, tipici di alcuni monitor. Ma sono difetti che, visti nella giusta prospettiva, possono diventare dei pregi, garantendo una immagine davvero genuina.
In definitiva, vale la pena utilizzare un monitor a tubo catodico su una console next-gen? Nì. Se lo possedete e amate l'effetto dei CRT allora sì. Nel caso siete possessori di console di retrogaming come PlayStation 1 e PlayStation 2 allora sì. Se cercate il massimo da un monitor, con frequenze di aggiornamento altissime, decine di parametri personalizzabili e magari funzionalità smart, no.
Sta a voi. Anche e visto il fatto che questo particolare monitor e i suoi similari non sono così facili da trovare nel 2021.
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