Ruffy and the Riverside – Recensione
Un orso, un'ape e tanti personaggi strampalati sono al centro delle avventure di Ruffy and the Riverside, protagonista della nostra recensione. IL team di Zockrates Laboratories ha deciso di mandare ai giocatori più nostalgici una vera e propria lettera d'amore. Questo platform coloratissimo avrà colpito nel segno? Per scoprirlo non vi resta che continuare a leggere.
Estate caliente
Quella del 2025 verrà ricordate come un'estate decisamente calda, sia per via delle temperature indicate dai termometri, sia a livello di pubblicazioni. A rubare la scena è sicuramente un titolo attesissimo come Death Stranding 2, ma sono tante le uscite degne di nota. Tra queste merita un posto d'onore, per motivi che approfondiremo, anche Ruffy and the Riverside. Questo colorato platform strizza l'occhio ai videogiochi degli anni Novanta (come ad esempio Klonoa e Tombi) per offrire un'esperienza nostalgica ma non per questo meno coinvolgente.
La trama stessa è un richiamo al passato, con una formula collaudata e ben nota agli appassionati. Il protagonista dell'avventura è il titolare Ruffy, un orso dotato di una singolare capacità. Può infatti eseguire lo swap delle texture degli oggetti, ossia traslarne le capacità. Il tronco di un albero potrà diventare d'acqua anziché di legno e così via. Proprio questa sua abilità spinge Sir Eddler a reclutare Ruffy per indagare su delle strane pietre comparse a Riverside. Inutile dire che questo è il preludio a una catastrofe: il duo, accompagnato dall'ape Pip, scatenerà nel mondo la furia di una malvagia entità, denominata Groll, intrappolata secoli prima grazie al potere delle pietre.
Tutto quindi ricalca i canoni classici del genere: una missione apparentemente semplice si trasforma in un'impresa disperata per salvare il mondo. Il protagonista dovrà ovviamente dar fondo a tutte le sue abilità per fermare Groll e riportare la pace a Riverside. L'avventura è permeata di humor e non si prende mai sul serio, con dialoghi e situazioni che vi strapperanno più di un sorriso. Sfortunatamente, Ruffy and the Riverside non è localizzato in italiano, dunque per comprendere tutto al meglio dovrete avere almeno un'infarinatura d'inglese.

Il gameplay di Ruffy and the Riverside
Detto quindi della storia, che pur senza diventare un copione da film riesce a intrattenere i giocatori, è giunto il momento di concentrarsi sul gameplay. Ruffy and the Riverside è un platform tridimensionale di stampo classico, in cui potremo esplorare una serie di location con una struttura semi open world. All'interno delle stesse si celano una serie di collezionabili da raccogliere, oltre a segreti e missioni secondarie. Il titolo può infatti essere inquadrato nel genere collect-a-thon (come il recente Tiny Terry's Turbo Trip): tanti oggetti da trovare, molti dei quali necessari per proseguire.
Il nostro Ruffy, dal canto suo, potrà eseguire le classiche azioni di un eroe platform: saltare, menare le mani e persino eseguire un attacco vorticante e uno schianto a terra. La gestione dei comandi risulta semplice e intuitiva, facendo sentire subito a casa i veterani del genere. Ciò che rende il titolo di Zockrates Laboratories diverso da tanti altri è però la già citata capacità speciale di Ruffy, ossia lo swap. Utilizzando i grilletti dorsali potremo infatti “assorbire” lo stile di un oggetto o di un elemento del paesaggio.
Una volta fatto, potremo trasferire la caratteristica su un altro oggetto, modificandone l'aspetto e la funzione. Potremo ad esempio trasformare una pozza d'acqua in una superficie solida, oppure (come avviene nell'introduzione) far sì che una cascata diventi una parete di foglie da scalare. Seppur con le ovvie limitazioni che un videogioco può offrire, Ruffy and the Riverside lascia al giocatore grande libertà di sperimentare, nel tentativo di risolvere i numerosi puzzle ideati dal team. Questi implicheranno numeri, colori, fisica e persino reazioni chimiche, risultando mai banali e sempre affascinanti.
Ti credevo più forte
A livello di puzzle, quindi, Ruffy and the Riverside si dimostra un titolo ben congegnato e in grado di mettere alla prova la capacità logica e di pensiero laterale dei giocatori. Dove purtroppo l'avventura invece pecca è nelle meccaniche platform. Questo elemento infatti rimane quasi sempre marginale, con un focus costante sugli enigmi e mai su elementi più dinamici. Certo, lo swap aiuta a non rendere il tutto una sequenza di richieste in stile Portal, ma qualcosa di più per sfruttare le doti atletiche di Ruffy poteva essere fatto.
Questa “mancanza” si riflette anche sulle boss fight, che dovrebbero essere il climax della nostra esplorazione ma che, di fatto, si rivelano abbastanza piatte e monotone. Nonostante queste lacune, quella di Zockrates Laboratories resta una campagna mai noiosa o monotona, che nelle circa 10 ore necessarie per arrivare alla conclusione saprà far felici gli appassionati del genere.
Buona anche la curva di difficoltà, che consentirà ai giocatori d'impratichirsi con le meccaniche dello swap prima di metterli di fronte a sfide di maggior complessità. Un piccolo sistema di aiuti inoltre aiuterà i meno deduttivi a trovare la strada, mentre una mini mappa (a volte purtroppo poco chiara) e il supporto di una bussola a seguire sempre la direzione corretta per proseguire.

Il comparto tecnico di Ruffy and the Riverside
Se quindi a livello di gameplay Ruffy and the Riverside si è rivelato un gioco con tanti alti ma anche alcuni bassi, lo stesso non si può dire dell'aspetto grafico. Lo stile unico che contraddistingue l'opera di Zockrates Laboratories, con un effetto simil tridimensionale, è davvero piacevole. I personaggi sono pensati per essere ricordati, pronti a circondare e accompagnare Ruffy e Pip nella loro avventura. Le ispirazioni, come già anticipato parlando della trama, sono evidenti, ma non per questo fastidiose. Si tratta anzi di un vero e proprio omaggio ai platform del passato, che non potrà che fare piacere ai “veterani”.
Ad accompagnare una grafica così azzeccata ci saremmo aspettati una colonna sonora memorabile. Purtroppo questo è un elemento che emerge solo saltuariamente, rimanendo a lungo in ombra. A volte inoltre sarà persino surclassata dai “rumori” emessi dai personaggi, che non saranno doppiati ma emetteranno solo una serie di versi. Sebbene la scelta possa essere condivisa, si poteva a nostro avviso gestire in maniera più saggia la campionatura, per renderli meno ruvidi.
A livello tecnico, Ruffy and the Riverside si difende bene su PlayStation 5. Dopo alcune patch correttive il titolo risulta relativamente fluido, salvo qualche occasionale rallentamento. I controlli invece, come già segnalato, sono ben ottimizzati sul DualSense e risultano pratici e intuitivi. Praticamente assente infine il fattore rigiocabilità: una volta terminata l'avventura e raccolto ogni collezionabile, non ci saranno sfide aggiuntive che possano portarvi a riaffrontare la campagna.
Il Platino di Ruffy and the Riverside
La lista trofei di Ruffy and the Riverside è sorprendentemente corposa. Parliamo di 47 trofei totali, Platino compreso. Per ottenere la tanto ambita coppa blu non vi verrà richiesto di completare azioni particolari oppure di eseguire speedrun e similari. Dovrete semplicemente completare ogni sfida, raccogliere ogni collezionabile e aiutare ogni personaggio. Insomma, completare il gioco al 100%, così da ottenere un nuovo, scintillante Platino.
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