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Vagitarian
Cover Uncharted 3: L'Inganno di Drake per PS3

Il gioco più sopravvalutato di sempre. Ecco come riassumerei la mia esperienza con la terza avventura targata Naughty Dog.
Un colossale "abbaglio" generale, di critica e pubblico, che elevano a "modello" quello che è il capitolo minore della serie e della sua software house.
Parlo col dire che ho gradito il primo capitolo, giocato agli albori di PS3, nonostante l'esplorazione guidata non mi sia mai andata a genio e le troppe fasi sparacchine. Lungi dal reputarlo una killer application il gioco mi è piaciuto, mi ha divertito e ha saputo stupirmi nella parte finale. Nonostante ciò sono passati anni prima che mi decidessi a proseguire le avventure di Nathan. Il secondo capitolo infatti lo recuperai solamente lo scorso anno, e me ne pentii, si perché si è rivelato un titolo maestono, avanti anni luce dal capostipite, oltre che a livello tecnico (superlativo) su quello narrativo (ma ne parlerò in altra sede). Dopo una tale sopresa non esitai a recuperare "l'inganno di Drake", convinto di ritrovarmi dinnanzi ad una nuova evoluzione (come sostenuto dal 99% di riviste e portali in sede di recensione), e invece no. Mi sarei accontentato del medesimo livello secondo, e invece no. Naughty Dog è riuscita a far non uno, ma tre passi indietro, facendolo apparire, in termini di gameplay, un gioco di inizio generazione, ben al di sotto della prima avventura.
Ma di tutto ciò quello che mi ha stupito più di tutto è di come nessuno se ne sia accorto, o meglio: di come tutti abbiano fatto finta di nulla e elevato questo fiacco sequel a "action-adventure" per eccellenza. Ma per piacere...
Partiamo con ordine. Il gioco parte già nel peggiore dei modi, con una ridicola scazzottata alla Bud Spencer e Terence Hill che mette in luce il solito sistema di lotta vecchio e macchinoso sul quale non è stata apportata nessuna modifica, con una grafica poco più che discreta (che a seconda delle location durante l'avventura varia da ottima a buona) con un filtro quasi seppia che fa la apparire una scrausa pellicola anni '60. Poi fortunatamente le cose migliorano, ma subito dopo peggiorano, non appena prese in mano le pistole. Ancora adesso mi chiedo come abbiano fatto a peggiorare in maniera così netta il sistema di puntamento, rendendolo uno dei peggiori (non sto esagerando, se poi consideriamo la natura tripla A) con cui abbia mai avuto a che fare. Lento, impreciso e con reazioni della I.A. (anch'essa pessima) semplicemente ridicole, con assurdi cambi di direzioni e movenze irrealistiche (senza contare il fatto che esistano solo due varianti di nemici: calvo e non, manco fossero inviati delle Iene - alla faccia della "cura"), che rendono gli scontri a fuoco (tra l'altro eccessivi) una rottura non da poco, creando frustrazione, sbadigli o aumentando (temporaneamente) la massa testicolare. A questo aggiungetevi le solite sequenze guidate, forse ancora più del solito, azzerando l'esplorazione e riducendo ai minimi termini la sensazione d'avventura che invece dovrebbe essere il punto forte.
Anche la trama vive di alti e bassi, senza dubbio la meno coinvolgente delle tre, facendo perno sulle sequenze che narrano il passato di Nathan, anche se non sempre altrettanto stimolanti da giocare.
Ciò che mi infastidisce sono i limiti che il gioco si auto-impone. Anziché spingersi oltre mantiene i difetti dei precendenti e addirittura va a crearsene di nuovi. Fosse stato targato Ubisoft il gioco avrebbe di certo subito un'accoglienza diversa, da Santa Inquisizione, oserei dire, invece è ND e automaticamente ogni gioco è più bello del precendente (non servirà nemmeno giocarli tra un po'). The Last of Us dimostra pienamente quanto dico. Tutto, TUTTO è stato rivisto e rifatto da zero. E' ciò che avrebbe dovuto essere Uncharted 3: fresco, dinamico, giocabilità nuova di zecca, provvisto di sequenze esplorative e chi più ne ha più ne metta. Uncharted 3 lo identificherò sempre come un pallido clone realizzato con la mano sinistra.
Mentirei se dicessi che mancano sequenze cinematografiche al cardiopalma classici della serie, ma purtroppo sono in quantità davvero irrisoria rispetto ai predecessori, una staticità di fondo della trama poi (che più di qualche volta si arena) fa il resto. Un passo indietro si nota ben più di uno in avanti, ed è questo che lo affossa. Pure il finale anziché ribaltare le carte in tavola appare stanco e raffazzonato. Vogliamo davvero paragonare il momento "sovrannaturale" a quelle dei precedenti?
Nemmeno il momento che avrebbe voluto apparire onirico riesce ad elevarlo. E' tutto talmente pilotato e vuoto che un semplice filmato di un minuto avrebbe ottenuto i medesimi risultati.
Certo, la grafica è notevole, ottima in alcune sequenze, la soundtrack pure, peccato non rimangano altro che ottime occasioni sprecate, nessuna voglia di migliorare e una stanchezza di fondo che rende Uncharted 3 un action discreto (non fosse per il criticabilissimo sistema di mira), zeppo di esplosioni ma castrato sul versante "avventuroso" e svuotato a livello emozionale (facile fare perno giocando sul passato del protagonista, peccato che lo stesso non avvenga col resto della vicenda). Per quanto bene voglia ai Naughty Dog (coi quali son cresciuto dal primo Crash) non riesco a trovare motivi per salvarlo.
Uncharted 3 non è l'avventura perfetta che vi hanno fatto credere, ma il perfetto esempio di come un punto di vista sostenuto da più voci influisca sul metro di giudizio della massa.
Visto comunque il "miracolo" fatto con The Last of Us confido in quarto capitolo che ripari i danni fatti con questo e riesca a spingersi oltre regalandomi le stesse emozioni che ha saputo regalarmi il secondo episodio e stupirmi ancora di più.

PRO:
- Grafica e sonoro di alto livello
- Sequenze da togliere il fiato

CONTRO:
- Sistema di mira e I.A. disastrosi
- Guidato fino alla morte
- Dov'è l'avventura?
- La trama più debole della serie