In un campo stellato verso l'Unità
Quando uscì Starfield, avevo paura. Hype anche, ma molta paura. Bethesda aveva negli anni perso molta fiducia nei miei confronti, quindi temevo che sarebbe stato l’ennesimo gioco che non mi sarebbe piaciuto. Tuttavia questo è stato anche un anno in cui ho giocato Morrowind e Oblivion, e malgrado questo la fame di gioco in stile Bethesda era piuttosto prepotente. Inoltre, riconoscevo il fatto che Starfield aveva il vantaggio di essere una ambientazione completamente nuova e che avrebbe creato da se gli standard per i prossimi (presunti) capitoli, quindi mi sentii in dovere di dare un’occhiata alla nuova impresa Bethesda.
Se avete letto i miei precedenti post, già sapete qual è stato il risultato: Starfield è diventato uno dei miei giochi Bethesda preferiti e l’ho amato alla follia, in tutto e per tutto. Penso addirittura che sia la dimostrazione che Bethesda è ancora in grado di fare bei giochi e mi dà fiducia sui futuri titoli.
Fin da subito Starfield ti fa capire che eredità il potenziale e lo stile ruolistico tipico Bethesda: Ho avuto modo di essere una contrabbandiera, una cacciatrice di taglie, una poliziotta, una ranger, una pirata, persino una cuoca ed una scienziata. Ed aggiungo anche che Starfield fa qualcosa che mai avrei pensato: ti dà pure una giustificazione ed un meraviglioso metodo per provare a fare tutto questo con un singolo personaggio, il tutto talmente implementato nel mondo di gioco che non va a danneggiare la credibilità ruolistica offerta dal titolo. Insomma quella nota dolente che ha fatto storcere il naso a molti puristi su Skyrim diventa un punto di forza su Starfield. Come? Ahah, questo lascio a voi scoprirlo.
Starfield ha anche un gran numero di piccoli dettagli che ho apprezzato: oltre alla pura estetica, flora e fauna, da pianeta a pianeta cambia anche temperatura e gravità, tutti elementi che possono portare a bonus e malus anche abbastanza significativi. A tal proposito, Starfield ha veramente un sacco di variazioni dello status, che passano da contusioni, tosse, ustioni, congelamenti, storte, tagli, sanguinamenti, infezioni che possono metterti a dura prova, e tutta una serie di oggetti che curano questo o quello status. Anche il ruolo del cibo ha un suo perché, specialmente a livelli più alti quando diventi in grado di craftare cibi e bevande dai bonus significativi che possono migliorare di gran lunga le tue prestazioni in battaglia e fuori. Occhio però a non esagerare con l’Aurora.
Ho anche apprezzato tantissimo le varie fazioni offerte da Starfield, per entrare più nel dettaglio:
- Constellation: ovvero la main quest, forse la mia preferita dei giochi Bethesda. Ci mette un attimo ad ingranare, ma ad un certo punto le domande che mi si ponevano davanti hanno messo in me quella curiosità e fame di scoperta che mai avevo sentito negli altri loro giochi. Aggiungo che il suo finale è qualcosa di meraviglioso, mi permetto di dire che è forse uno di quelli che più amo in assoluto anche allargandoci dai giochi Bethesda ad i videogiochi in generale.
Avanguardia UC: Anche questa è una delle mie preferite. Trovo che tra tutte sia quella che più ti immerge nell’ambientazione di Starfield ed ha un modo meraviglioso in cui gestisce i suoi colpi di scena, che sono tra quelli che più mi hanno colpita.
Flotta Cremisi: Questa trovo che parte da subito con una premessa bellissima, ed il modo in cui si evolve rimane all’altezza delle aspettative. È anche forse quella che ti lascia più libertà di scelta nello svolgimento delle varie missioni, specialmente verso la fine.
Ranger Freestar: mi è piaciuta, ma è forse quella che più soffre della sua breve durata. Trovo che gli eventi che portano alla sua conclusione siano troppo pochi e quando l’ho finita mi ha dato un po’ di amaro in bocca che non continuasse in un qualche modo.
- Ryujin Industries: questa è l’unica che non mi è piaciuta. Devo dire però che è molto incentrata sullo stealth, direi che rappresenta quasi la Gilda dei Ladri di TES come impostazione, e non apprezzando molto questo stile non l’ho giocata benissimo. Penso che dovrei rigiocarla meglio per valutarla a dovere, ma anche come svolgimento degli eventi non l’ho apprezzata molto.
Per quanto riguarda i suoi problemi, Starfield è un titolo che ha fin da subito ricevuto un enorme ammontare di critiche. Alcune di esse, anche dal mio punto di vista di persona che lo ha apprezzato alla follia, sono più che comprensibili e non biasimo chi si sia allontanato dal titolo dopo aver constatato che non rientrava nei suoi gusti. Tuttavia, mi sento di dire che Starfield è stato anche vittima di opinioni di parte e assolutismi: i primi perpetuati da una fetta di fanbase appartenente alla concorrenza (per non dire sonari) ed i secondi per la maggior parte da opinionisti dell’ultima ora che fanno video dalla durata che può variare dai 20 minuti alla ora e mezza dal titolo del calibro di:
- Starfield è OBSOLETO e SOPRAVVALUTATO
- Starfield ha la PEGGIOR STORIA MAI VISTA IN UN VIDEOGIOCO
- Starfield è SPAZZATURA
- Starfield è la BANCAROTTA DELLA CREATIVITÀ
- Starfield è la CAUSA DELLA GUERRA IN COREA
E così via. Personalmente, non prendo in considerazione nessuna opinione che parte con premesse del genere, anche se hanno un fondo di verità. Fondo di verità che, in questo caso, è quello che Starfield soffre di un buon numero di problemi ed è caratterizzato da elementi che possono far storcere il naso a molti. Mi sento anche tuttavia in diritto di dire che: l’esplorazione di Starfield non è come No Man’s Sky perché non vuole essere un sandbox aperto; la sua storia non è alla Mass Effect perché non vuole essere un gioco alla Bioware; ma soprattutto, non è un mondo aperto alla TES perché non vuole essere TES. Starfield è Starfield, Skyrim è TES.
Anzi, a tal proposito dovrei peccare di pignoleria e dirvi che non vuole avere la struttura dei TES a partire da Morrowind, perché davvero, avete mai provato Daggerfall? Presente, quel TES che si vanta di essere grande quando la Gran Bretagna? Credete davvero che un gioco del genere abbia tutte le città create a modino, esplorazione sensazionale e missioni secondarie strutturate decentemente? Che diamine, su Daggerfall a volte devi pregare che la prossima missione secondaria sia generata in modo che sia MATERIALMENTE completabile e non ti chiedano di risolvere una quest in 2 giorni quando anche solo arrivare nel luogo indicato ne richiede 5.
Ecco, Starfield è strutturato come Daggerfall ma senza tutti i problemi di Daggerfall. L’esplorazione libera in questo gioco dà poche soddisfazioni, il che è un grande peccato, ma è altrettanto vero che l’esplorazione con un obiettivo è in grado di premiare molto il giocatore: cercare il pianeta adatto per creare il proprio avamposto, trovare il luogo più conveniente, scannerizzare le creature e le piante per ottenere le risorse migliori e magari allevarle o coltivarle, andare a caccia di taglie per portarsi a casa un bottino soddisfacente, girare per lo spazio con la nave della Mantide o incontrare la Valentine che canta chissà quale canzone, rappresentano la vera anima dell’esplorazione in Starfield.
Non fraintendetemi, Starfield i suoi problemi anche grossi li ha. Per esempio una nota dolente sono la durata delle questline delle fazioni. Perché per quanto abbia da lodarle non posso negare che si passa troppo velocemente dal grado più basso a quello più alto. Mancano quelle missioni minori che vengono di solito prima del passaggio alla fase finale che ti fanno sentire di aver davvero sudato e meritato di arrivare fino a lì. Un buco che, a mio avviso, sarebbe stato opportuno colmare.
Per il resto, bug. Perché diciamocelo, vedersi sparire i mobili su cui avevi messo tutti i tuoi collezionabili non è bello (esperienza personale), eppure mi sento di dire che è comunque un ottimo lancio se consideriamo che è stato un D1 Bethesda. Però davvero FIXATE QUESTO PROBLEMA RIVOGLIO LA TUTA DELLA MIA CARA BISNONNA.
Insomma, vi ho voluto parlare dei temi a me più cari, ma la verità è che di Starfield si possono dire veramente tante cose. Forse anche troppe in verità, ma va bene così. C’è un’ultima cosa che vorrei dire però di Starfield: ricordo che ancora prima che uscisse, una delle principali critiche era quella che nel titolo ci fosse solo la specie umana. Insomma, ho letto parecchia gente delusa dal fatto che non potessero interpretare o incontrare particolari razze aliene dagli aspetti e dalla cultura che si differenzia dalla nostra. Ora, oltre al fatto che non c’è scritto da nessuna parte che un’opera con ambientazione spaziale deve avere per forza razze aliene, giocare a Starfield ti fa capire che non poteva essere altrimenti: credo che il punto che differenzia davvero Starfield dai precedenti titoli Bethesda è che la vera protagonista non è l’ambientazione, ma l’umanità. Starfield è la storia dell’essere umano nello spazio, nella sua scoperta dell’ignoto dopo aver dovuto abbandonare la sua casa, delle leggende che si sono create fuori dal pianeta terra, del suo adattarsi ad un ambiente sconosciuto, del suo relazionarsi con il prossimo, della sua spinta verso i misteri dello spazio. Rappresenta il viaggio dell’umanità, e propone una visione del futuro della nostra specie che mi dà un ulteriore motivo per dire che io amo, malgrado tutto, Starfield.
Trobar clus
"Avete mai provato Daggerfield?"
No. Gioco soltanto The Witcher 3
Trobar clus
@Nappone il Gentlegamer allora Persona 5 ho giocato solo una decina d'ore e mi sembrava la versione più noiosa di Persona 4, ma è comunque più divertente di The Witcher 3
Trobar clus
Comunque ci stavo pensando e secondo me Starfield ha tutte le carte in regola per diventare una specie di cult Classic, à la New Vegas o à la Bloodlines. Vatti a rileggere le recensioni di New Vegas all'epoca dell'uscita e capirai