Sarà che amo le avventure in 2D. Magari per nostalgia. La storia ce lo insegna. E' giusto chiamare "Gioco", una storia in grado di donare emozioni sincere e lungi da un ipotetico divertimento? E' tutto questo ciò che conta? Limbo non è solo un "Gioco". E' un viaggio, un esperienza, una pausa di riflessione. Poiché non dura più di 60 minuti. E come tale, non è più lungo di una pausa pranzo,una sessione di ginnastica, un viaggio in autobus da casa a Scuola o Lavoro.Abbiamo a che fare con un esperienza reale,sincera e brutale, nella quale vestiamo i panni di un bambino in cerca della sua sorellina nel Limbo. Nient'altro. Un cammino che lo porterà ad una verità sconcertante e ad un ipotetica rivelazione per i nostri pensieri. Non si può valutare un opera simile con un metro di paragone del genere. E' come paragonare un fumetto e un quadro con la stessa bilancia critica....Non giocare limbo, non renderebbe giustizia alla nostra mente ed al bambino che è in noi.CIò che deve trasmettere, viene trasmesso con una realtà brutale e spesso matura. Capace di colpire anche il più cupo degli animi. Un obbiettivo a cui non è facile ottemperare , come un dovere. Questa realtà apparente, questa tazza di caffè mattutina, non è altro che l'anticamera delle nostre paure. E quando un pacchetto simile è confezionato con una tale perfezione....ci si pongono davvero delle domande.
Voto assegnato da Morpheus
Media utenti: 8.5 · Recensioni della critica: 8.8